Dal 2017 la Carlo Maresca SpA, per volontà dell’imprenditore Silvio Maresca e con la curatela di Ivan D’Alberto, ha avviato un interessante progetto dedicato alla promozione dell’opera di artisti emergenti che si affacciano per la prima volta sul mercato dell’arte, con l’obiettivo di agevolare e sostenere questo importante e difficile passaggio, non sempre e per ovvi motivi, snello e positivo. Sicché presso la sede della società, dallo scorso anno, hanno trovato casa sculture e installazioni permanenti di giovani quasi al termine del proprio percorso di studi di alcune delle Accademie di Belle Arti Italiane che, grazie ai coinvolgimenti di molti docenti, si sono misurati, dopo un breve periodo di residenza, con le aree verdi del complesso, dando vita così ai Giardini di Via Caravaggio.
Per questa seconda edizione, sono otto le Accademie che hanno risposto all’invito presentando in totale 31 proposte, fra le quali il comitato di selezione ha individuato quali vincitori le giovani promesse: Gabriele Nicola, Stefano Regazzo, Nicola Bevacqua, AlessiaFratini, Karin Yamamoto,Lei Tiantian, MarcoFrassinelli e Lorenzo Pierbattisti, rispettivamente provenienti dalle Accademie di: Torino, Catanzaro, Firenze e Roma.
I Giardini di Via Caravaggio rappresentano, dunque, per la città di Pescara un’ottima occasione per una passeggiata non scontata, attraverso la quale è anche e soprattutto possibile capire dove gli artisti di domani stiano indirizzando le proprie ricerche. Tenendo conto che si tratta per l’appunto di ragazzi ancora coinvolti in un percorso di studi, sebbene non tutti gli interventi rispondano perfettamente alla difficoltà tecnica e operativa dell’agire in uno spazio all’aperto, vanno osservate soprattutto le singole poetiche che, grazie anche a questa esperienza, iniziano a farsi strada con chiarezza, mostrando personalità, carattere e in particolare come le buone idee, l’impegno e la ricerca siano le uniche cose che possono far emergere il lavoro artistico dei giovani, in un momento storico così ricco e affastellato di proposte.
Ulteriore occasione offerta ai ragazzi, misuratisi – ricordiamolo – con una vera e propria committenza, è il progetto STREET, ovvero una serie di interventi realizzati sul muro della ferrovia che costeggia Via Caravaggio. Sebbene sempre collegato al programma dei Giardini, Street si è posto l’obiettivo di contaminare la città fuoriuscendo dai confini dei muri aziendali, coinvolgendo sei writers di provenienza internazionale che hanno realizzato sei pannelli di 2 metri d’altezza per tre. Un’operazione, anche in questo caso, finalizzata a non trascurare nessun linguaggio dell’arte, restituendo la percezione del valore culturale che si cela dietro questa forma di espressività divenuta oramai norma, cui hanno risposto con i propri interventi: Antonello Piccinino (MACS), il collettivo Bane&Pest (Fabian Florian, Yiannis Hadjipanayis), Giorgio Bartocci, Juan Pablo de Ayguavives (Popay), Manuel Di Rita (Peeta), Caktus&Maria (Vincenzo Mastroiorio, Maria Teresa Checchia).
In questo contesto, già molto ricco, tuttavia l’operazione più innovativa è sicuramente quella di YAG/Garage ovvero Young Artist Gallery/garage. Nel leggerlo già s’intuisce di cosa si tratta: l’ampio garage sotterraneo dell’azienda è stato trasformato in spazio espositivo e suddiviso fra un’area dedicata alla collezione permanente e una a mostre temporanee. La Carlo Maresca SpA dunque, non solo promotore ma anche acquirente d’arte contemporanea, un segnale questo di una sana imprenditoria capace di investire sul futuro e in cultura, in questo caso generandola anche. Qui si possono osservare le opere di: Dario Agati, Nicola Bavacqua, Martina Cioffi, Michela Del Conte, Luca Di Pietro, Marco Frassinelli, Anna Gislimberti, Simona Massara, Sara Morandi, Gabriele Nicola, Luca Paladino, QI Ji, Stefano Regazzo, Nicola Renna, Maria Vittoria Rossi, Rachele Sabatino, Giacomo Santini e Franco Spina. Una selezione molto interessante dalla quale si evince l’attitudine dei ragazzi verso i linguaggi più eterogenei ma perlopiù tendenti alla pratica installativa e scultorea.
A ruota, nella zona dedicata alle mostre temporanee, trovano spazio, invece, le personali degli artisti già presenti in collezione. Tuttavia in futuro in questa area saranno accolte anche le proposte di chi ne farà richiesta mostrando di avere capacità e voglia di addentrarsi nella professione artistica. Per questa stagione sono due le mostre organizzate all’interno di YAG. La prima, inaugurata lo scorso 1 giugno è quella che ha visto protagonista Martina Cioffi (già in collezione e presente con un’opera nello spazio del Giardino), la seconda quella di Daniele Di Girolamo.
Fragile Eterno è il titolo con il quale Ivan D’Alberto ha introdotto il lavoro della Cioffi, inquadrando immediatamente la ricerca della giovane artista, dedita ai temi dell’effimero e del volatile, ma anche a quelli del mistero che avvolge l’animo umano. Argomenti intorno ai quali la Cioffi con il proprio lavoro si pone e ripone al pubblico continui interrogativi. Volo fossile, ad esempio, è un’installazione che mostra il senso della fragilità, ma anche un’apparente solidità, celata in una colonna di semi di sàmare pronti a cadere a terra ma intrappolati da una colata di resina, mentre Icaro (piccole sculture in cera rosa profumate) racconta la vita e la morte attraverso la percezione e la consapevolezza del concetto di trasformazione. Un concetto, questo, visualizzato dall’artista attraverso lo scatto fotografico di un uccello schiantatosi a terra, ritrovatosi circondato da petali di rosa, anch’essi caduti dall’alto: immagine poetica e trucida al contempo ma evidentemente efficace a raccontare il senso dell’effimero. Infine, è molto interessante la serie fotografica Forever, otto scatti realizzati alle sculture del cimitero monumentale di Milano dove, nell’incontro fra la pietra e la natura, e poi dell’immagine fotografica e inserimenti reali di fiori, la Cioffi mostra, ancora una volta, la dualità effimero ed eterno.
Trasformazioni Silenziose è invece la locuzione che accompagna l’esposizione di Daniele Di Girolamo inaugurata il successivo 15 giugno a chiusura di questo primo ciclo di personali. Essa narra un immaginario viaggio, quello estetico di questo giovane artista, interessato ad una indagine sulle alterazioni delle proprietà fisiche, chimiche e sonore della materia. Un viaggio nei meandri dei fenomeni naturali e artificiali cui si accompagna, come rileva Ivan D’Alberto, una particolare affinità con la storia del mito e la classicità. Come un moderno Ulisse, Di Girolamo tocca attraverso le sue opere territori inesplorati, restituendo allo spettatore la magia della scoperta. Sicché opere come Preghiera II (piccole scatole di legno poste al soffitto dalle quali cadono gocce di acqua salata che evaporano trasformandosi in cristalli di sale, che a loro volta modificano l’aspetto delle rocce marine), Stranieri e pellegrini (mattonelle di sale che si sciolgono sul bagnasciuga fino a dissolversi, accompagnate da un audio che restituisce il medesimo senso del diradare), così come tutte quelle esposte, raccontano con semplicità disarmante il senso di impermanenza sotteso a tutte le cose, non ultimo l’uomo. Infine, Approfondire, open project installativo – sonoro realizzato in collaborazione al progetto fotografico Dead sea di Carlo Lombardi, offre l’opportunità di vivere un’esperienza che mutua dal visivo in uditivo, generando quel senso di sorpresa e scoperta alla base della ricerca di Di Girolamo.
In un breve incontro con questi due giovani artisti abbiamo approfondito questa loro esperienza con YAG.
Maria Letizia Paiato Raccontami brevemente la tua esperienza con YAG, cosa pensi di questo progetto? se hai incontrato difficoltà e quali e come le hai superate? Lati positivi e negativi? come vedi il futuro in Italia per un giovane artista?
Martina Cioffi Con YAG ho avuto l’occasione e vissuto la sfida di rapportarmi con un interessantissimo spazio tutto per me, di importanti dimensioni e molto aperto: ciò mi ha permesso di proiettare il carattere intimo delle mie opere in una dimensione monumentale, come nel caso di Corpi, creato appositamente per YAG che, nonostante l’apparenza solida, ne mantiene immanente l’effimera fragilità. Infatti, l’opera consiste in grandi corpi sferici realizzati in grafite ma che, a un occhio disattento, possono apparire di infrangibile metallo, alludendo al celeste e all’umano, all’orbitare sospeso di entrambi. Le sfere di grafite di cui è composto sono disposte su una grande tela. Sono immobili, ma in relazione l’una all’altra, i loro passaggi passati hanno lasciato tracce polverose sulla tela, traiettorie, relazioni, incontri a tal punto stratificati da divenire lo spazio stesso, un notturno. Quasi pare potrebbero riprendere da un momento all’altro il loro moto fino a consumarsi, tornando polvere. Corpi neri da un’apparenza solida e pesante ma in realtà estremamente effimeri: non a caso Fragile Eternoè il titolo della personale che ho realizzato per YAG. Anche le altre opere in mostra sono una concretizzazione materiale di questo ossimoro.
Sicuramente è stata un’esperienza totalmente positiva che mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco in un ambiente disteso, professionale, ed organizzato. Il caso ha voluto che nascessi in Italia, altrove non sono certa che mi sarei potuta innamorare così profondamente dell’arte pensando di percorrere questa strada. Per il futuro non mi pongo il problema: la realtà YAG è uno degli esempi di come anche qui ci sia ossigeno e, d’altra parte, ogni altro luogo del mondo in questa epoca è velocemente raggiungibile con un volo low cost.
Daniele Di Girolamo La mia esperienza con YAG è stata fortunata ed inaspettata. Ivan D’Alberto ha conosciuto quasi per caso il mio lavoro e, una volta approfondito, mi ha proposto la mostra. Fortunata perché non è assolutamente scontato che qualcuno ti dia fiducia e quindi spazio (in questo caso uno spazio davvero grande!) per la tua primissima personale e anche alcuni mezzi per realizzarla. Le difficoltà che ho incontrato sono state nel gestire una mostra davvero di grandi misure e che richiedeva un approccio con uno spazio diverso dalla solita parete bianca e perfettamente illuminata di un white cube. Creare un dialogo spaziale organico tra i diversi lavori mi ha richiesto diverso tempo, soprattutto perché ho voluto proporne di nuovi mai presentati prima come “transumanza”, avere curaed Approfondire(un open project installativo-sonoro nato dalla collaborazione con Carlo Lombardi). Questi lavori hanno preso forma proprio durante l’allestimento, che infatti ha richiesto un approccio site-specific, in particolare per Approfondirestudiato su misura per le due nicchie ed inserendo dei particolari speaker scelti apposta per la vibrazione sul quel cartongesso.
YAG secondo me è un progetto ammirabile sia per quello che propone (tutti giovanissimi ed alle prime esperienze nel campo) sia per il territorio in cui nasce, cioè la realtà culturale di Pescara. Ciò che rende questo progetto un’isola felice è il fatto di avere sostegno dal sig. Silvio Maresca, uno dei pochi a Pescara che oggi ha osato un po’ di più, investendo economicamente nella nascita e nella fermentazione di nuove realtà artistiche contemporanee. È una buona cosa che dei privati abbiano deciso di investire su un progetto culturale senza un’esclusiva finalità di ritorno economico (infatti è un investimento senza troppe garanzie visto che non si propongono artisti affermati, tutt’altro); però, dall’altro lato, è anche molto preoccupante: se un azienda privata si è mossa in questo modo è sintomo del fatto che dalla parte delle pubbliche istituzioni (ma non solo) vi è stata e vi è una mancanza di interesse d’investimento che invece renderebbe una bella città come Pescara un porto culturale centrale. Il fermento che c’era negli anni ’70 e ’80, ma anche ’90, ce lo conferma, anche se non l’ho vissuto personalmente. Però anche chi propone “cultura” ha le sue responsabilità. Secondo me, nel caso della YAG, solo attraverso la massima attenzione alla qualità delle proposte può esserci una fidelizzazione e rieducazione visiva del pubblico e di conseguenza si affaccerebbe la necessità di lasciare lo spazio aperto alle visite senza appuntamento. Con queste premesse YAG può diventare col tempo, in Abruzzo, un piacevole punto di riferimento nella geografia artistica contemporanea emergente.
I Giardini D’Arte di Via Caravaggio/2018
opere permanenti
STREET
opere permanenti
YAG/garage arte giovane
Mostre terminate il 30 giugno 2018
Carlo Maresca Spa
Via Caravaggio 125 – 65125 Pescara
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