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Volta 6 Basilea – Nuove sezioni

Kristof Kintera, Paradise Now, 2009. Coated steel, 200x250x50 cm

Si avvicina a grandi passi l’appuntamento con Volta, la cui apertura è prevista per il 16 Giugno. Abbiamo già avuto occasione di anticipare l’elenco delle gallerie partecipanti e di comunicare lo spostamento alla Dreispitzhalle, ma vorremmo ora porre l’attenzione sulle tre sezioni che costituiscono la novità senz’altro più importante di questa sesta edizione.

Si tratta di VOLTA SOLO, riproposizione di un format di grande successo a VOLTA NY 2009, nel quale 13 stand sono assegnati a progetti di singoli artisti, tra i quali Hannes Broecker, Dresda; Akihiro Higuchi, Tokyo; Herwig Weiser, Vienna/Colonia; Raphaël Zarka, Parigi; Ellen Harvey, New York; il duo Jennifer Marman & Daniel Borins, Toronto; Tadej Pogacar, Ljubjana; Gyula Várnai, Dunaújváros (Ungheria); Justin Cooper, Chicago; Hervé Paraponaris, Marsiglia; Holly Ward, Vancouver; Katrin Korfmann, Berlino e João Loureiro, San Paolo (Brasile).

VOLTA LIGHTBOX, tutto focalizzato su ricerche sulla luce, si svolgerà nel livello inferiore dell’area Lounge e ospiterà Peter Alexander, Ron CooperLaddie John Dill, presentati da NYEHAUS, New York; Laura BuckleyJakob Mattner, da 401 Contemporary, Berlino; Christina BenzGhost of a Dream, per The Cynthia Corbett Gallery, London; Gerry Fox, presentato da Eleven Fine Art, Londra e Fernando Gutierrez, per Espacio Liquido, Gijon. In questa sezione troveremo opere che spaziano dai video, ai lavori con luci murali, alle sculture di luce.

Per concludere, esordirà VOLTA UNCOVERED, che utilizzerà l’area esterna della Dreispitzhalle per interventi e sculture ad opera dell’organizzazione L.A. Art Machine (da Los Angeles), che presenta quattro street artist leggendari: Mear OneKofieRetnaEl Mac, al lavoro in tempo reale, ma anche lo scultore ceco Kristof Kintera con la sua ultima scultura di grandi dimensioni Paradise Now, mentre il brasiliano Marlon de Azambuja, interverrà sull’esterno della struttura letteralmente scoprendo nuove forme al di sotto della realtà quotidiana di un’area industriale.

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