Antonio Marchetti, artista, raffinato intellettuale, scrittore è mancato lo scorso 1 agosto.
Era nato a Pescara nel 1952 in una famiglia importante per tradizioni e storia.
Conduce studi artistici, eccellendo in tutti i campi della produzione creativa. Inizia la sua carriera di artista con successi e vasti riconoscimenti. Contribuisce alla crescita della vita culturale della sua città natale, lavorando alacremente all’interno di un gruppo di intellettuali, artisti e architetti, insieme ai quali contribuì a mutare sistemi e volti di una Pescara dalla profonda crisi identitaria. Si trasferisce a Fermo, poi a Ravenna, quindi a Rimini. Fondatore di riviste d’arte, tra cui si ricorda Stilo negli anni ravennati; pregiato ed elegante album d’arte, in cui raccolse inediti ed interviste a grandi protagonisti del mondo dell’arte e della cultura, tra cui Ernst Jünger, Gianni Scalia, Alberto Boatto, Jacqueline Risset. Sempre a Ravenna diede vita, in un gruppo di lavoro, al Circolo Gramsci, per cui si spese in un’attività intensa e di notevolissimo pregio. Dall’intelligenza acutissima e dalla vasta cultura, fu artista completo. Egli ancorava saldamente alla sua prima formazione di architetto le molteplici esperienze artistiche. Il progetto dell’opera, insieme alla necessità di testimoniare la storia del nostro tempo, furono i fondamenti della sua ricerca.
Fu sempre spaventato dal vaniloquio, dal brusio della lingua delle estetiche contemporanee. La sua produzione è ricchissima. Forte il senso dell’intenzionalità dell’opera, sempre composta con chiarezza e fermezza. Il racconto è chiaro, il pensiero accessibile. Fu artista di una generazione per la quale la militanza e la resistenza civile furono principi inderogabili, ragioni non patteggiabili.
Partecipò di recente alla Biennale d’arte del 2011 ed alla scorsa Biennale di Architettura all’interno del progetto Gran Turistas in un gruppo di artisti e architetti internazionali. A Rimini di recente ha esposto nelle sale antiche della biblioteca Gambalunga, in una mostra da lui curata, Come ho dipinto alcuni miei libri, con testi in catalogo di Cacciari, Meldini e Bernucci. Dispensò nel lungo apprendistato di insegnante le sue grandi esperienze ed i suoi saperi.
Muore ancora giovane, pieno di vita e di progetti, lasciandoci sgomenti per la rapidità della sua fine.
Virginia Cardi