Entrano nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti La venditrice di limoni e il Ritratto di Paola Ojetti di Libero Andreotti, esposte per l’occasione insieme alla Natura morta con sei Limoni del pittore piemontese Felice Casorati, e il bozzetto preparatorio di Giuseppe Bezzuoli per il dipinto ‘Giovanni dalle Bande Nere al passaggio dell’Adda’.
Le due sculture in bronzo di Libero Andreotti (Pescia, 1875 – Firenze, 1934) si aggiungono alle altre sue importanti opere (sia pittoriche che plastiche) nelle collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti: negli ambienti un tempo residenza dei Lorena, al secondo piano di Palazzo Pitti, possiamo da oggi pomeriggio ammirare La venditrice di limoni e il Ritratto di Paola Ojetti. Acquistate dalle Gallerie degli Uffizi, le due opere provengono dalla collezione del famoso critico Ugo Ojetti, che apprezzò particolarmente lo scultore e ne fu mecenate. Di Andreotti la Galleria possiede anche altre testimonianze come l’importante documentazione di archivio relativa alla sua mansione istituzionale di Commissario per gli acquisti e le donazioni, destinati ad accrescere le raccolte del Museo. I due bronzi sono stati acquistati perché esempi mirabili della bronzistica italiana del primo Novecento; inoltre, essi ben rappresentano il ruolo fondamentale di Ugo Ojetti nella definizione del patrimonio artistico conservato alla Gam. Il critico infatti lavorò attivamente e con lungimiranza alla nascita della Galleria: oltre a svolgere incarichi istituzionali per la Soprintendenza Fiorentina, collaborò nel 1934 alla stesura della prima guida del museo.
Nella sala 30 è esposta anche, per l’occasione, la Natura morta con sei limoni del pittore piemontese Felice Casorati che ricorda la bella collezione del ‘900 della Galleria d’Arte Moderna.
La venditrice di limoni (bronzo, altezza cm 70, siglato e datato 1917) è raffigurata in piedi con una mano sul fianco che tiene un limone, e l’ altra sul manico della grande cesta di agrumi.
Il Ritratto di Paola Ojetti, figlia di Ugo (bronzo, altezza cm 37,8, scultura del 1932) è a tre quarti di figura. La materia è trattata con linee veloci che tratteggiano la capigliatura, l’incavo dei grandi occhi e le pieghe della bocca semiaperta. “Le due opere – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – hanno una storia documentale di grande interesse sia storico che critico e avevano partecipato alle migliori rassegne espositive dell’epoca: la Venditrice di Limoni del 1917 era stata esposta alla Galleria Pesaro di Milano nel 1921, a Venezia nel 1934, e alla Secessione di Vienna del 1935. Il ritratto della figlia del critico, Paola, esposto nel 1934 a Venezia e a Vienna e poi a Budapest nel 1935 e 1936. Si tratta quindi di opere che rappresentano due diversi momenti creativi nel percorso artistico dello scultore. L’importanza del loro ingresso nella Galleria d’Arte Moderna viene accresciuta dal fatto che esse provengono dalla collezione di Ugo Ojetti, che aveva fornito in prima persona l’indirizzo critico alle raccolte del Museo”.
A ciò si unisce l’acquisto del bozzetto preparatorio del pittore romantico ottocentesco Giuseppe Bezzuoli (Firenze, 1784 – Fiesole, 1855) per il dipinto ‘Giovanni dalle Bande Nere al passaggio dell’Adda’, raffigurazione dell’impresa del valoroso condottiero, padre di Cosimo I de’ Medici e ultimo importante lavoro del celebre pittore ottocentesco fiorentino .
Come emerge dalla biografia del Bezzuoli scritta dai suoi stessi allievi, il dipinto rappresentò una importante sfida nella carriera artistica dell’anziano maestro: quando lo realizzò, nel 1852, aveva già più di 60 anni, e morirà di lì a poco, nel 1855. Il bozzetto, di altissima qualità, costituisce una preziosa testimonianza del metodo operativo di Bezzuoli e permette di confrontare le fasi di elaborazione del ‘Giovanni dalle Bande Nere’ poiché presenta numerose differenze rispetto al dipinto finito: ad esempio, vi manca ancora la figura di Leone X, evidentemente aggiunta solo in un secondo momento.
“Il soggetto storico prescelto, tratto dalla vita di Giovanni de’ Medici scritta da Gian Girolamo Rossi, è affrontato con un pathos e un costrutto narrativo degni della migliore tradizione romantica, che a quella data, tuttavia, indugiava sul viale del tramonto – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – Di lì a poco iniziarono infatti le sperimentazioni della nuova generazione di pittori macchiaioli, che rifiutarono la pittura di storia e si dedicarono a temi tratti dall’esperienza quotidiana”.Il bozzetto viene ora sottoposto ad indagini diagnostiche in vista della grande mostra monografica Giuseppe Bezzuoli (1789-1855). Un grande protagonista della pittura romantica (Uffizi, 2 aprile-31 luglio 2020). Nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, a partire dalla settimana prossima, sarà inoltre possibile ammirare la modernissima e conturbante Eva tentata dal serpente, grande tela dell’artista acquistata nel 2018.
In ultimo segnaliamo l’inserimento online sul sito delle Gallerie degli Uffizi del catalogo della collezione di disegni antichi e moderni raccolti dallo scultore Emilio Santarelli. L’inventario manoscritto accompagnava la donazione del 1866 alla R. Galleria degli Uffizi da parte di Santarelli, accademico e collezionista fiorentino, della propria raccolta di oltre 12.600 disegni. Il documento, edito anche a stampa nel 1870, rende conto di ogni singolo pezzo, indicandone l’autore, il soggetto, la tecnica e il valore in lire. Il dettagliato elenco permise di integrare agevolmente il nucleo Santarelli nel più completo catalogo di tutti i fondi grafici del museo fiorentino, compiuto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo dall’allora conservatore Pasquale Nerino Ferri.
Per la pubblicazione digitale si è scelto di realizzare un’edizione in formato e-book del volume, consultabile su ogni tipo di device desktop e mobile, sfogliabile ed interattiva, che consente la ricerca interna per numero di inventario o autore. Il sistema di visualizzazione online prevede il caricamento in streaming, visione in full-screen, effetto audio delle pagine, l’ingrandimento di dettagli e varie funzionalità che semplificano la navigazione nel volume come indici e anteprime; è disponibile inoltre una modalità di presentazione automatica.
A ciascuna opera e autore nel manoscritto corrisponde un link che rinvia alle rispettive schede o pagine dell’attuale catalogo informatico del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, realizzato dal Progetto Euploos e costantemente aggiornato dagli storici dell’arte Roberta Aliventi, Laura Da Rin Bettina, Michele Grasso e Raimondo Sassi, con il coordinamento scientifico di Marzia Faietti, ideatrice del progetto.
La digitalizzazione dell’inventario Santarelli si deve a Marco Bisi (Binergy – Solutions for Web Business) con la supervisione di Gianluca Ciccardi, coordinatore del Dipartimento informatica e strategie digitali delle Gallerie degli Uffizi, la collaborazione del fotografo Cristian Ceccanti e il supporto tecnico di Paolo Rosa. La pubblicazione online del documento facilita la consultazione dei fondi del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Il Progetto Euploos si avvale della collaborazione delle Gallerie degli Uffizi, del Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck-Institut, e del generoso supporto di Intesa Sanpaolo.
INFO: Gallerie degli Uffizi