ELEMENTUM AETHER è una performance di Giovanni Gaggia, con Leonardo Carletti, dedicata all’installazione di Beverly Pepper “Todi Columns”. Evento collaterale, ufficiale, della Biennale Arte 2019 di Venezia la performance si è svolta in occasione dell’inaugurazione del progetto Art In The Open, a cura di Massimo Mattioli, presso lo Spazio Thetis dell’Arsenale.
Fulcro dell’esposizione: le quattro sculture esterne “Todi Columns” in permanenza nella corte dello Spazio Thetis. La performance studia la relazione tra le sculture di Pepper ed il corpo: come il corpo in movimento interagisce con essa e con lo spazio irrappresentabile, denominatore comune tra la danza e la scultura. Gaggia sceglie così di chiamare in causa il quinto elemento: l’etere. La performance “riesce” a renderlo visibile attraverso l’utilizzo delle vibrazioni, generate da elementi piani della stessa lega delle colonne. Colonne che nella visione di Gaggia cristallizzano i quattro elementi più noti, uniti nella loro immanenza dal puro moto circolare dell’etere. Il compito di rendere vivo l’etere spetta alla danza contemporanea di Leonardo Carletti; unico linguaggio ritenuto da Gaggia come possibile veicolo per rivolgersi al pubblico astante.
Carletti si inserisce quindi nell’opera della Pepper, divenendone fulcro e elemento mobile, col compito di fondere e rappresentare l’irrappresentabile. Questo Etere, Quintessenza di alchimisti e filosofi greci, strettamente vincolato al Dodecaedro, pregno di contenuti allegorici tra la vastità di Solidi Platonici correlati all’Universo fisso. Nel “Timeo” platonico era l’oggetto con cui “il Dio se ne servi per decorare l’Universo”, cioè “decorare le costellazioni sul complesso dei cieli”. Nel numero dodici si marita la correlazione coi dodici segni zodiacali, personificati (anche in questo caso come per il danzatore) da dodici “intenzionali” studenti provenienti da due differenti atenei, L’Accademia di Belle Arti di Macerata e lo IUAV di Venezia. Il loro caratteristico compito: quello di generare il suono seguendo il quale il danza-autore ondeggiava e ruotava il suo corpo esaltato da pantaloni fluidi come il Mercurio. L’atmosfera riconvoca la solennità, non c’è spazio per il sogghigno o il sospiro, tutto viene perfettamente soppesato da quella affusolata e non greve aura di silenzio, di quiete, creatasi nell’azione performativa. È a mio avviso un esperienza intensa e importante che riesce a spingere lo spettatore a raccogliersi in una sorta di meditazione, integrandolo così all’”Universo Dodecaedro” disegnato dai giovani corpi, rendendo così labile il delicato confine tra l’Io e l’Altro.
La performance, che vede due importanti patrocini: la Fondazione Progetti Beverly Pepper e il CaMusAC – Museo d’Arte Contemporanea di Cassino ha avuto luogo venerdì 10 maggio 2019.
La Beverly Pepper – Art in the Open a cura di Massimo Mattioli è visitabile fino al 24 novembre 2019
ARSENALE NOVISSIMO – SPAZIO THETIS
Castello 2737f – Venezia – Veneto