Tutto ciò che so è il titolo della mostra di Mariagrazia Pontorno presso la Galleria Passaggi di Pisa: un lavoro sul “sapere” inteso come esperienza visiva in rapporto con la natura e la scienza. La tassonomia figurativa, il fascino per la natura sconosciuta e l’esotismo del XVI e del XIX secolo diventano attuali attraverso opere che documentano la curiosa vicenda dell’Orto Botanico di Pisa, uno tra i più antichi orti botanici universitari del mondo, fondato nel 1543 da Luca Ghini.
Fonti storiche e interviste sul luogo sono gli elementi dai quali l’artista parte per costruire un corpus di opere che sembra fluire come un racconto attento sia agli aspetti scientifici che agli aneddoti significativi, per mezzo di immagini fotografiche, sculture, video e installazioni documentative.
La bellezza formale e il rigore scientifico di alcuni disegni di orchidee che Luca Ghini spedì a Leonhart Fuchs per il suo erbario, assumono nelle opere di Pontorno un aspetto tridimensionale. Infatti, l’artista ha reso scultorei gli antichi fogli attraverso la tecnica della stereolitografia.
L’orto botanico è sempre uno scrigno di meraviglie, dove convivono tipologie di piante insolite e provenienti da tutto il mondo. Nel giardino pisano approdarono nel 1817 una serie di felci importate da Giuseppe Raddi a seguito di un viaggio in Brasile fortemente voluto dall’Arciduchessa Leopoldina d’Asburgo Lorena. Questa particolare vicenda ha ispirato l’artista la realizzazione di una serie di lightbox in cui le felci vengono inserite nei paesaggi originari a mo’ di collage, facendo emergere il gesto della estrapolazione della pianta dal suo contesto primigenio e interpretando visivamente la sensazione di fascino, di impulso al possesso del meraviglioso e di smarrimento che tanto caratterizzava l’approccio naturalistico del romanticismo.
Sulla scia del sentire la natura nei sui aspetti conturbanti, il video sul cedro del libano fa riferimento ad un episodio del 1935, anno in cui l’albero venne sradicato a causa di una tempesta, mettendo a nudo le secolari radici.
Mariagrazia Pontorno ha inoltre realizzato quattro collage che documentano i molteplici aspetti di cui si è alimentato il progetto: letture, sopralluoghi all’Orto Botanico di Pisa, incontri e interviste con studiosi e addetti ai lavori. Una sorta di taccuino di viaggio per immagini, che visualizza i temi centrali della mostra: dalle modalità attraverso cui arte e scienza esplorano e ci restituiscono versioni del mondo, alle forme di solidarietà basate sugli scambi culturali, al viaggio come momento di conquista intellettuale e non territoriale.
La mostra inaugura oggi, sabato 25 ottobre, dalle ore 16 alle ore 22 e durerà fino al 17 gennaio 2015.
Mariagrazia Pontorno (Catania, 1978) vive e lavora a Roma. Attualmente insegna Applicazioni digitali per le arti visive presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. La sua ricerca artistica è focalizzata sull’uso dell’animazione 3D, così da ri-creare immagini che rimandano alla vita quotidiana e allo scorrere del tempo. Il 3D è un linguaggio che le permette di evocare paradossi visivi: ciò che sembra familiare, sicuro e conosciuto improvvisamente appare distante, estraneo e perturbante. Grazie all’uso di sofisticati software di video-animazione, l’artista ricostruisce in modo realistico scene il cui confine tra realtà e finzione appare labile e immateriale, doppi artificiali il cui scarto con il corrispettivo analogico dà vita a cortocircuiti dello sguardo.
Passaggi Arte Contemporanea
via Garofani 14, 56125 Pisa
opening sabato 25 ottobre – ore 16.00 – 22.00
dal 25 ottobre 2014 al 17 gennaio 2015
info@passaggiartecontemporanea.it
www.passaggiartecontemporanea.it