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Tuli Tuli Tuli, 1001 modi per essere gioiosamente rivoltati

“Non fidatevi di chi ha più di 40 anni… a meno che non sia Tuli”. Il 28 settembre, l’auto proclamata più anziana rockstar del mondo avrebbe compiuto 100 anni. Tuli Kupferberg potrebbe essere una di quelle figure influenti che diventano sempre più sfuggenti con il passare del tempo, ma un documentario narrato da Thurston Moore (Sonic Youth) è in preparazione per molte altre generazioni di liberi pensatori a venire.

Diretto dall’artista e autore italo-francese Davo Liver (David), questo documentario si inserisce a ruota libera nella lunga vita di Tuli Kupferberg, rivelando e a tratti interrogando l’eredità culturale lasciata dall’icona della controcultura americana. Liver collabora con Samara Kupferberg, figlia di Tuli, in un atto artistico di ricerca narrativa e stilistica la storia di questo “Radical Lover” e tradurla nello stile più fedele al suo spirito: libero, contraddittorio, oltraggioso, profondo e scanzonato 

Tuli Kupferberg attorno al quale hanno gravitato tutte le personalità della cultura Newyorkese fin dagli anni 50 ha attraversato gli anni 60, 70, 80 e fino ai 2000 inoltrati, è sempre stato scettico nei confronti della fama e della rappresentazione eroica dell’artista. Questo spiega l’assenza di film documentari, omaggi o copertura mediatica nei suoi confronti. Dopo aver raggiunto l’apice della popolarità in età avanzata (42 anni) con la sua band proto-punk The Fugs, Tuli ha mantenuto un rapporto privilegiato con la vita di quartiere, i giovani, la strada, e il mondo cercando il più possibile di non trasformarsi in un’icona di alcun tipo, quasi sabotando la sua stessa popolarità. Tuli è sempre stata una figura di riferimento per generazioni di giovani in cerca di verità, presente nelle strade del Lower East Side e di Soho, come nelle pagine di Allen Ginsberg (Howl), nelle pellicole sperimentali degli anni 60 e 70 come per esempio il film WR: Mysteries of the organism di Dušan Makavejev, e nella musica rock, folk e punk sviluppatasi nei decenni fino ad oggi, uno su tutti è il cantante anti-folk Jeffrey Lewis, ma numerosi sono gli esempi.

Nel ripercorrere cinematograficamente la vita di tale figura è difficile non cadere nei tipico ritratto eroico ma Liver ha deciso di attenersi alle sue strategie mistificatorie, fatte di contrasti e contraddizioni formali: “Ho deciso di affrontare la storia di Tuli mettendo in evidenza ciò che personalmente mi ha spinto verso di lui, ovvero un senso di gioia dirompente e di gentilezza capace di toccare la sensibilità più profonda di ognuno pur giocando con la morale e abbattendo qualsiasi senso del pudore. Mi piace dire che questo film è il ritratto del fratello gemello anarchico di Mister Rogers (famoso presentatore di spettacoli per bambini). La mia idea è di presentare Tuli come un artista radicalmente accessibile perché parla al bambino interiore di ognuno di noi. Un’altra strategia è stata la proposta di Thurston di narrare il film, che mi ha permesso di giocare con un doppio narratore, Thurston come punto di vista del mondo e Tuli stesso (nella sua forma di marionetta) come contrappunto, venendo a sminuire ogni possibile rappresentazione eroica e contraddicendo la voce di Moore.”

Tuli Kupferberg

Il burattino in questione, nello stile di un tipico anchorman della televisione americana, fa parte della storia tanto in scena quanto fuori, nella vita reale e sui social dove serve da catalizzatore per la comunita’ di amici e di fans del poeta, così come i protagonisti di quella città: tra queste persone troviamo la compagna di lunga data di Kupferberg, Thelma Blitz, la scrittrice Yuko Otomo, il cantautore e fumettista Jeffrey Lewis, che di recente ha realizzato video su YouTube con Tuli Kupferberg o ancora lo scrittore e giornalista Ratso Sloman.

Tuli Kupferberg manca a molti. A riferire sono i molti messaggi postati sui principali social media. La figlia Samara ha dichiarato che il mondo ha un disperato bisogno “della sua arguzia, della sua saggezza, del suo calore e del suo fascino, mentre attraversiamo questi tempi confusi e spaventosi”. La prossima data di uscita del film è prevista in concomitanza con le elezioni presidenziali americane.

Il team sta ancora raccogliendo donazioni, ma due trailers accennano a come verrà raccontata la storia di Kupferberg.

Trailer su Vimeo
Trailer lungo

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About The Author

Roberto Sala

Art director della rivista Segno insegna Grafica editoriale all'Accademia di Belle Arti di Brera