Il Padiglione Venezia ai Giardini ospita, in occasione della 12. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, un doppio omaggio veneto: a un scultore, Toni Benetton, e a un architetto, Toni Follina. A promuoverlo sono la Regione Veneto e il Comitato per il Centenario di Toni Benetton. La curatela è affidata a Carlo Sala e Nico Stringa.
Del grande maestro veneto viene qui proposta una visione del tutto peculiare, di scultore-urbanista, in largo anticipo rispetto a tematiche oggi finalmente dibattute ed acquisite. I Townscapes da lui ideati già a partire dagli anni Settanta e ora riproposti, fanno dell’opera d’arte il fulcro, lo strumento primo per assicurare unitarietà e dignità, tramite appunto l’arte, a luoghi periferici e ad architetture di scarso o nullo pregio. E tutto questo molto prima che questi temi fossero all’ordine del giorno di architetti ed urbanisti. L’esplicarsi del rapporto fra arte e architettura, insito nella ricerca di Benetton, è ancora in parte inedito per la critica. A esordio della mostra, nella zona verde antistante il Padiglione Venezia accoglie “Vivibile”, un’opera di Benetton che anticipa le tematiche trattate nel percorso espositivo.
Negli anni Ottanta, periodo in cui venivano concepiti i Townscapes, un significativo contributo alla ricerca architettonica italiana è stato dato da Toni Follina, autore che con Benetton ha condiviso il medesimo clima culturale e nel cui lavoro si possono rinvenire delle riflessioni affini, pur partendo da una matrice espressiva differente. Nel 2009 è stato inaugurato uno dei progetti più caratterizzanti la ricerca di Follina, il recupero del Sant’Artemio di Treviso, un ex-manicomio, riconvertito a sede istituzionale della Provincia, articolato in padiglioni immersi nel verde di un parco monumentale. A questo articolato intervento, che ha ricevuto prestigiosi premi e menzioni internazionali, è dedicata (Un)Changing Community, una parte del Padiglione Venezia con l’esposizione di plastici e fotografie. Un mix fra codici costruttivi storicizzati e linguaggi architettonici della contemporaneità, per un intervento che integra in sé stesso anche componenti urbanistiche e ambientali, nonché una chiara vocazione alla fruizione pubblica che va oltre la dimensione amministrativa e ne fa uno spazio per la cittadinanza, in cui la persona con le sue esigenze assume un ruolo fondamentale in rapporto con il luogo.