Che cos’è Thinga Things? la risposta più semplice e scontata ci porta a dire che si tratta di una mostra, quella più articolata e indubbia è che a Lubiana, l’artista Alessandro Di Giampietro, ideatore del progetto realizzato con il supporto di Cirkulacija2, ha creato un evento diffuso dove il “luogo”, o meglio alcuni angoli dell’intera città, sono stati contaminati e attivati dal gruppo di artisti che hanno, insieme a lui, preso parte a Thinga Things. In pratica e in sostanza l’idea di Thinga Things affonda le proprie radici nella pratica della condivisione, quella fra artisti, fra artisti e pubblico, fra l’arte contemporanea e il vivere quotidiano, dove il progetto è diventato letteralmente un “soggiorno”, un “posto perfetto dove stare”.
Cosa sono allora le “cose” Thinga? semplicemente i gesti o le azioni che ogni mattina, per tutta la durata della mostra/evento, svoltasi dal 21 giugno al 10 luglio scorso, si sono consumati nel profumo di un caffè fra un concerto, un reading letterario o una performance, dimostrando come l’arte contemporanea altro non sia il riflesso del tempo che viviamo: aperta, multiculturale, multi-espressiva, improvvisa, veloce, difficilmente definibile ma anche complessa, ricca e poeticamente intensa.
Lubiana dunque, per quasi un mese, si è trasformata nell’approdo privilegiato di una ricerca aperta e molto interessante; una ricerca che per Di Giampietro parte da lontano e che guarda da sempre ai temi dell’apparenza, dell’apparire, della superfice, dell’identità (reale e virtuale), della finzione, dell’estetica, del bello, del brutto, della forza e della leggerezza. Parole chiave, queste, che sono anche quelle che in parte costituiscono una sorta di manifesto/dichiarazione sulla quale si fonda tutto Thinga Things in contrasto, in parte, con la stessa città di Lubiana, un palcoscenico nel cuore dell’Europa attraversata da un’estetica decisamente diversa, controllata se vogliamo, rispetto a quanto promosso dallo stesso progetto, ma per questo motivo fertile terreno di sperimentazione.
Sicché con Alessandro Di Giampietro abbiamo visto l’esplorazione di rituali umani, atti performativi dediti a sondare l’abitudine dei comportamenti sociali, con Marta Pierobon, da sempre ispirata da tutto ciò che la circonda, la visualizzazione in forme organiche dei contrasti sociali convenzionali al fine di ribaltare le gerarchie che sostengono l’esercizio della visione, con Antonio Barletta un processo atto a spingere la collettività al recupero della bellezza nello scarto, con Giovanni De Francesco installazioni sostenute dall’idea di natura morta, con David Casini il senso della pittura e della scultura quale originaria forma di umanità, con Laura Santamaria la percezione dell’impermanenza che appartiene tanto al micro quanto al macro cosmo, con Radharani Pernarčič il temporaneo e la temporalità del presente che esprime attraverso diversi mezzi espressivi, con Radek Brousil il non rappresentabile e l’invisibile sottesi al potere delle immagini, con Stefan Doepner/Bostjan Leskovsek nuove e dinamiche interfacce musicali, con Fawn Krieger i processi che sostengono le politiche dello scambio nella continua rielaborazione di luoghi come negozi e case, infine con Sabine Delafon l’amore, la spiritualità…l’umanità.
Creatori di oggetti unici e inconsueti, gli artisti di Thinga Things possono definirsi in ultima analisi, veri e propri generatori di relazioni, di momenti esclusivi e irripetibili, di luoghi perfetti dove stare attraverso l’introduzione del caos e dell’incertezza.
Gli eventi che hanno caratterizzato Thinga Things a Lubiana: 21 giugno chill out music di Cherry Bom, undefinited artist da Brussels / 23 giugno Gino Lucente, artist and musician based in Milan / 26 giugno balans, musicians from Lubiana, psychedelic rock, kraut pop / 28 giugno Bostjan Leskovsek, field recording with Koma Eletronics / 30 giugno Alte Lezbishe Kunst, romantic noise