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The Small Utopia. Ars multiplicata, Fondazione Prada Venezia

Fino al 25 Novembre Fondazione Prada presenta The Small Utopia. Ars multiplicata, a cura di Germano Celant: il percorso espositivo analizza un periodo di 75 anni dagli inizi del Novecento al 1975 e documenta con oltre seicento lavori, multipli e prototipi, la trasformazione dell’idea dell’unicità nell’arte e la sua percezione, non solo attraverso la moltiplicazione degli oggetti, ma anche nei diversi linguaggi: dai libri d’artista, alle riviste, al cinema sperimentale, alla radio.
Questa piccola utopia nata all’inizio del XX sec. dai tentativi di costruttivisti e produttivisti russi di intervenire su oggetti di uso popolare, come le ceramiche, e dall’ambizione, più individualista, di Marcel Duchamp,che ricreò in scala ridotta l’insieme delle proprie opere nella sua Boîte en valise, 1941 (di cui sono presentate tre edizioni), si è consolidata negli anni Settanta, quando anche il sistema dell’arte si è diffuso, sul piano dell’informazione e della comunicazione, a tutti i livelli della società. Un’avventura a cui hanno partecipato tutti i principali movimenti dal Futurismo italiano al Bauhaus, dal Neoplasticismo al Dada e al Surrealismo, dal Nouveau Réalisme all’Optical e al Fluxus, per approdare all’esplosione di arte moltiplicata indotta dalla Pop art, promotrice di un vero “supermarket” dell’oggetto artistico, tradotto ora in libro, rivista, scatola di cibo, film, vestito, disco, piatto, mobile, giocattolo e molto altro ancora. In tal senso gli anni dal 1960 al 1975 hanno rappresentato con Warhol e Oldenburg, Beuys e certamente con Fluxus, il culmine di questo atteggiamento, perché gli artisti si sono appropriati delle tecniche di produzione e di commercializzazione tipiche della società di consumo. Una contaminazione tra aspirazione democratica e business che anticipa la messa in circolazione dei gadgets d’arte, ora attuata anche dalle istituzioni museali.

Considerata la complessa articolazione di The Small Utopia, la sua ampiezza temporale e la vastità tematica affrontata, al Museum of Modern Art di New York è stata affidata la cura e la documentazione di Fluxus, mentre alla collaborazione con il Research Center for Artist’s Publications del Museo Weserburg di Brema si deve la sezione dedicata ai libri e alle riviste d’artista come paradigma della interazione artistica negli anni Sessanta nelle nuove forme d’arte. Due sale sono dedicate alla storia del cinema sperimentale e alle incursioni degli artisti nei campi della performance vocale, del suono registrato e della radio, e una sezione è interamente dedicata ai dischi in vinile dal 1959 al 1975.

In alto: ArmanFull-up 1960
11,1×6,1×3 cm; Edition of 500
Courtesy Kern Collection, Großmaischeid
© Fernandez Arman by SIAE 2012

Fondazione Prada_Small Utopia. Ars Multiplicata, Venezia

 

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