Nasce a Torino un’iniziativa volta alla rivalutazione e valorizzazione di un medium artistico spesso sottovalutato e tralasciato: la fotografia. The Phair, parola nata dalla fusione dei sostantivi inglesi photography e fair, ha avuto luogo nel capoluogo piemontese dal 3 al 5 maggio 2019 e, come prima edizione, ha dato prova di grande prestigio, forse anche sulla scorta degli insegnamenti appresi dall’altro importante evento annuale che coinvolge la città in autunno – Artissima.
Le protagoniste che vi hanno preso parte sono 35 gallerie italiane su invito, scelte appositamente per essere “premiate”, poiché sempre attente all’ambito fotografico tanto quanto a quello artistico. Esse sono state disposte all’interno della struttura dell’Ex Borsa Valori, in un ambiente suggestivo per la rozzezza della costruzione e il soffitto alto e arioso. In tale contesto, la fiera ha disposto le gallerie prescelte secondo le ormai famose regole del white cube(ad eccezione di una parete rosa), al fine di lasciar parlare le immagini appese alle pareti. L’impianto fieristico ridotto, forse, ha permesso una maggiore concentrazione e linearità, evitando il solito senso di disorientamento e dispersione delle fiere più grandi.
Le opere esposte, i cavalli di battaglia di ogni galleria, se considerate nella loro totalità, sono riuscite a restituire un’ampia varietà di generi e stili, sondando i terreni del ritratto, della street art, e al contempo mostrando all’osservatore i risultati tecnici ottenuti attraverso macchine fotografiche diverse, dall’analogico al digitale, alle istantanee. Da questo punto di vista, i nuclei tematici dei singoli settori-gallerie hanno permesso al pubblico di soffermarsi di volta in volta sul tema scelto, senza troppo rischiare di cadere nella perdizione delle troppe informazioni tutte insieme. A favore di ciò, sembra aver giocato anche la scelta allestitiva di predisporre – anche per forza di causa maggiore – le fotografie a muro, cosa che nelle fiere di arte non è possibile, data la grande varietà di tecniche e materiali.
Parallelamente all’esposizione, il comitato organizzativo ha sviluppato un ciclo di incontri e interviste – reperibili sul sito – in cui sono stati trattati e discussi i principali tasselli che costituiscono il macchinario della storia dell’arte: l’editoria, i new media, il collezionismo, le fondazioni, i giovani autori, il mercato, il ruolo dei musei e le committenze. Inoltre, si è deciso di coinvolgere il pubblico direttamente, anche grazie alla disponibilità di Nikon e Polaroid Originals, proponendo un contest per vincere una reflex digitale Nikon.
La scelta di cominciare quest’avventura fieristica a Torino accresce ulteriormente il nome della città, già riconosciuta a livello internazionale per la sopracitata Artissima. Inoltre, le gallerie torinesi hanno dimostrato un grande interesse per la fotografia, ricercando carriere già affermate, ma anche artisti giovani e talentuosi. Oltre alle piccole realtà sparse per il capoluogo piemontese, un’istituzione come CAMERA svolge un ruolo importante nell’ambito fotografico, proponendo mostre fotografiche sempre accattivanti e ben architettate.
The Phairsembra dunque aver trovato la culla perfetta per poter crescere nel migliore dei modi, supportata e voluta dalla stessa città, rappresentata da Roberto Casiraghi e Paola Rampini. Queste due personalità si sono fortemente impegnate per ottenere la realizzazione di questo progetto “concepito per valorizzare un linguaggio artistico su cui c’è grande dinamicità e fermento culturale, ma pochi contesti di riferimento per proporre a collezionisti, curatori, direttori di musei e collezioni pubbliche e private, l’innovazione e riflessioni sull’immagine”.
Che sia questa un’occasione di riscatto per un medium ormai coi suoi anni sulle spalle, in grado di sopravvivere anche autonomamente, svincolandosi dall’ala dell’arte che lo ha sempre accolto con piacere. Lo scopriremo nelle prossime edizioni.