CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia ha inaugurato le mostre The Many Lives of Erik Kessels, a cura di Francesco Zanot, e Stefano Cerio. NIGHT GAMES, presso la Project Room del Centro. Entrambe visitabili fino al 30 luglio, quella di Erik Kessels è la prima mostra retrospettiva dedicata al lavoro fotografico dell’artista, designer ed editore olandese.
Come dichiarato dal Presidente dell’Istituzione, Emanuele Chieli, “con questa straordinaria esposizione di Kessels CAMERA conferma la propria attenzione nei confronti della ricerca contemporanea e dei linguaggi più diversi attraverso i quali si esprime la ricerca fotografica” dichiarandosi certo che “la mostra di uno dei grandi protagonisti della fotografa europea per il pubblico costituirà una stimolante sorpresa”.
In vent’anni di carriera, Kessels si è affermato come riferimento primario e imprescindibili nel campo della cosiddetta “fotografia trovata”. Anziché riprendere nuove immagini, per la maggior parte dei suoi progetti, raccoglie fotografe preesistenti e le riutilizzate come tasselli all’interno di un proprio mosaico. È un fotografo senza macchina né obiettivo: la fotografia nella sua pratica è un ready-made che viene prelevato e ricontestualizzato.
Il risultato è una sorta di ecologia delle immagini, per cui nulla si aggiunge alla enorme quantità di rappresentazioni che ormai affolla il mondo e cresce esponenzialmente ogni giorno, ma al contrario viene recuperato e riciclato soltanto ciò che è già disponibile.
Esposta all’interno dello spazio di CAMERA, The Many Lives of Erik Kessels, attraversa l’intera carriera fotografica dell’autore olandese attraverso un articolato percorso che include centinaia di immagini. Più di trenta sono in totale le serie presentate, oltre a numerosi libri e riviste pubblicate dall’ormai celebre casa editrice dello KesselsKramer Publishing e da altri editori. In un percorso non lineare e senza cronologia, si ritrovano lavori monumentali, serie più intime e private, autentiche icone dell’intero universo della “fotografa trovata” così come produzioni recenti e ancora inedite.
Tra i lavori in mostra, 24hrs of Photos invade letteralmente lo spazio espositivo con una montagna di stampe di tutte le immagini, centinaia di migliaia, caricate in un solo giorno su Internet.
My Feet, maestosa installazione composta esclusivamente dalle immagini dei piedi di chi fotografa, introduce immediatamente i concetti di ripetizione e archiviazione.
Valery, una donna che per tuta la vita si è fatta fotografare immersa nell’acqua, Oolong, il coniglio equilibrista, e un cane troppo nero per apparire correttamente in fotografia, sono soltanto alcuni dei protagonisti di In Almost Every Picture, ciclo di 14 progetti (fino a oggi) centrati ogni volta su un soggetto ossessivamente ricorrente.
My Sister è un video musicato dal compositore giapponese Ryuichi Sakamoto tratto da un home-movie interamente dedicato a una partita di ping-pong tra l’autore e sua sorella, tragicamente scomparsa in un incidente stradale a soli 9 anni.
The Many Lives of Erik Kessels appare, quindi, come una grande accumulazione. Kessels fruga tra i rifiuti dei fotografi restituendoli allo sguardo collettivo sotto una prospettiva completamente rinnovata.
Presso la Project Room del Centro Italiano per la Fotografia è, invece, esposta una suggestiva selezione di scatti notturni dei parchi divertimento. Stefano Cerio. NIGHT GAMES è la prima personale dell’artista in uno spazio pubblico nazionale. Con la serie Night Games, Stefano Cerio prosegue la sua ricerca, apparentemente oggettiva, sui luoghi e sulle macchine del consumo del divertimento di massa, avviata con lavori quali Aqua Park (2010), Night Ski (2012) e Chinese Fun (2015). In mostra, 12 spettacolari immagini, di cui 8 di grande formato – oltre un metro di altezza per quasi un metro e mezzo di larghezza – e 4 di misure più contenute, che ben rappresentano la poetica di Cerio.
Cosa succede in un parco dei divertmenti quando si spengono le luci? Cosa succede di notte nei parchi per bambini? Nel suo lavoro, Stefano Cerio offre alcune risposte a tali interrogativi e suggestive testimonianze visive, esplorando il tema dell’intrattenimento, del divertimento, della distrazione e lasciando che sia la realtà da lui immortalata a parlare, a raccontarsi.
Scrive Gabriel Bauret: “Stefano Cerio non realizza un inventario dei parchi divertimento e nemmeno cerca di declinare le fotografie al servizio di certe tematiche. Night Games riunisce luoghi e spazi differenti, come sono differenti i mondi a cui fanno riferimento gli scenari dei parchi: cinematografico, urbano, militare… Tute le fasce di età sono in qualche modo coinvolte nella varietà dei parchi ai quali si interessa Cerio; compresa l’infanzia, perché Cerio fotografa anche nei giardini pubblici con giostre e scivoli. La composizione dell’immagine è di grande sobrietà. Il soggetto è spesso posto al centro e l’angolatura è rigorosa, in genere frontale. In compenso, ai margini è sempre presente qualche punto di riferimento che dà un’indicazione di scala. La gigantesca giostra di Coney Island a forma di fiore e il piccolo cavallo a molla del giardino di Villa Pamphili differiscono per dimensioni, ma non per il modo, identico, in cui sono trattate, un modo che rappresenta l’elemento unificatore dell’opera”.
“Il progetto di Stefano Cerio potrebbe inscriversi – continua Gabriel Bauret – all’interno della dialettica artificio contro autenticità, poiché le sue immagini esprimono l’artificialità che invade il nostro mondo moderno. Potrebbe anche essere interpretato come una riflessione sul destino dell’America, soprattuto nel caso di Night Games e degli scenari del parco Mirabilandia a Ravenna, che rappresentano il crollo dei monumenti simbolici di Manhattan e danno l’immagine di un paesaggio urbano in preda alla decadenza”.
The Many Lives of Erik Kessels
A cura di Francesco Zanot
Stefano Cerio. Night Games
Entrambe dal 1 giugno al 30 luglio 2017
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografa
Via delle Rosine 18, 10123 – Torino
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