THE DODDER - Rivista segno

Il Dodder, ovvero la cuscuta, è una pianta che si spinge oltre, fino a perdere il contatto con il terreno, e si inerpica sui fusti delle piante ospiti in una sorta di viaggio, ottima allegoria scelta dalle artiste Marina Gasparini, Serena Piccinini e dal curatore Leonardo Regano, per affrontare lo splendido eppure non semplice spazio della Conserva di Valverde, meglio conosciuta come Bagni di Mario, con una mostra che celebra il viaggio, l’ignoto e il desiderio.

La cisterna rinascimentale fu progettata nel sec. XVI dall’architetto palermitano Tommaso Laureti: nata allo scopo di raccogliere le acque della collina di Valverde, attraverso lunghe condutture andava ad alimentare la Fontana del Nettuno e l’Orto dei Semplici situato lì vicino, in quella che oggi è la piazza coperta di Sala Borsa.

Scesi i gradini che portano al primo ambiente, lo spettatore si trova immerso in un racconto di viaggi attraverso acque e profondità insondate: il primo lavoro che si scorge dal suggestivo affaccio è dell’artista Piccinini, ed è una rielaborazione del mito di Cariddi. Il suo ricordo dell’Odissea prosegue narrando dei lotofagi e del desiderio incessante che fa ardere Ulisse di diventar del mondo esperto, dei vizi e del valore umano.

L’installazione di Marina Gasparini, che dà il titolo alla mostra, unisce attraverso la corda vegetale del dodder i cunicoli e le vasche comunicanti del complesso architettonico: l’intelligenza vegetale affronta così la sfida del buio ignoto, il quale, come lo spazio profondo per la medium elvetica Hélène Smith, non è muto ma invia segnali interpretabili attraverso un alfabeto marziano che si fa scultura attraverso il filo.