Fino al 14 aprile è visitabile la mostra Tessere è Arte presso l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone a Sulmona, in località Badia. La Mostra è stata realizzata con il contributo della Fondazione Telecom Italia, nell’ambito del progetto TessArt’e, presentato dalla Fondazione Genti d’Abruzzo con la Fondazione Arte della Seta Lisio e vincitore del Bando “Beni Invisibili – Luoghi e Maestrie delle Tradizioni Artigianali”. Il progetto è sostenuto da una partnership istituzionale di rilievo che vede coinvolti, tra l’altro, il Polo Museale dell’Abruzzo, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo, il Centro Regionale Beni Culturali, il Comune di Pescocostanzo e l’Associazione Colore e intura Naturale Maria Elda Salice di Milano.
L’intento è quello di far riscoprire a tutti la tradizione artigianale delle produzioni tessili artistiche abruzzesi. Partendo dalla riappropriazione della propria identita culturale, la tessitura artistica è stata oggetto di ricerca, innovazione e studio di nuove possibilita tecniche e artistiche. Un percorso ricco di colori e decori sorprendenti, articolato su tre dei luoghi più rappresentativi dell’artigianato tradizionale: dopo una breve preview a Pescocostanzo, la Mostra è stata ospitata presso il Museo della Genti d’Abruzzo di Pescara e ora giunge a Sulmona.
L’allestimento è stato progettato per lasciare ampio spazio al racconto per immagini del Progetto TessArt’è cui si affianca la ricca sezione della Mostra dedicata alla tessitura artistica in Abruzzo. A supporto della Mostra e del progetto sono stati realizzati una App, che fornisce ai visitatori una guida puntuale con l’illustrazione delle varie sezioni, un sito web costantemente aggiornato e degli approfondimenti audiovisivi, nati dalla collaborazione con l’ Associazione La Galina Caminante. Nel periodo di permanenza della Mostra a Sulmona, grazie alla disponibilità della Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio, saranno esposti per la prima volta al pubblico alcuni tessuti artistici conservati presso l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, attualmente in manutenzione conservativa. Si proporranno inoltre diversi eventi tra i quali dei workshop, un seminario dedicato ai tessuti artistici in Mostra, la presentazione del catalogo e-book. In programma anche un Festival per bambini, La Valle a Pecorelle, in collaborazione con il Movimento Zoè ed il Parco Nazionale della Majella, che promuove presso l’Abbazia, in contemporanea con l’inaugurazione della Mostra, un importante evento rivolto a tutti coloro che sono interessati alla ruralità ecosostenibile: la Sesta Fiera della Neoruralità-scambio dei semi 2016 .
FONDAZIONE GENTI D’ABRUZZO
La Fondazione Genti d’Abruzzo nasce nel 1998 per opera delle due associazioni fondatrici Archeoclub di Pescara, che allestisce la Mostra Archeologica Didattica Permanente, e dell’ A.S.T.R.A. (Associazione per lo Studio delle Tradizioni Abruzzesi) e il Comune di Pescara. Con il contributo determinante della Fondazione Pietro Barberini, che finanzia anche la realizzazione del Caffè Letterario, costituiscono la Fondazione Genti d’Abruzzo per raccogliere e rilanciare l’eredità storica del Museo Delle Tradizioni Popolari, sorto nel 1973, portandone a compimento allestimenti, progetti e finalità. Le raccolte del Museo furono donate al Comune di Pescara per costituire un’unica istituzione espositiva e di ricerca con il nome di “Museo delle Genti d’Abruzzo”. Attualmente i beni del museo sono organizzati in un allestimento espositivo nel quale le testimonianze archeologiche si coniugano a documenti della cultura materiale agro pastorale, all’interno di un percorso unico sulla storia dell’uomo in Abruzzo e sulle peculiari forme di continuità culturale a partire dalla preistoria fino alla società contadina e pastorale. Gli oggetti esposti nelle sale, i percorsi tematici e quelli che si inoltrano alla scoperta della regione, la documentazione archeologica proveniente da decenni di ricerca sul territorio da parte del Museo acquistano così valore di testimonianza della formazione sia etnica che culturale. Successivamente alla data di costituzione si sono aggiunti ai soci fondatori l’Associazione per le Scienze Mediche Leonardo Petruzzi, che ha finanziato la realizzazione di un auditorium a suo nome, e la Provincia di Pescara. La Fondazione Genti d’Abruzzo svolge il ruolo di soggetto capofila e proponente del progetto TessArt’è, in linea con la sua vocazione di essere un punto di riferimento sul territorio per ritrovare, ricordare, conservare e tramandare l’ identità culturale abruzzese. La Fondazione ha da sempre seguito con interesse l’artigianato tessile, tanto da dedicare due sale ai manufatti tessili e agli abiti tradizionali. Tra i pezzi rari e preziosi in esse esposte il telaio tradizionale abruzzese con il particolarissimo castello, un apparato che, fissato al telaio, permetteva di realizzare intrecci più complessi. Il telaio è stato donato alla Fondazione da una delle ultime tessitrici di Bucchianico (CH), di recente scomparsa, Leonella di Nardo. Nelle sale troviamo inoltre lcuni tessuti artistici di Pescocostanzo (il più antico databile al XVIII secolo), coperte abruzzesi di varia provenienza, una ricca collezione di biancheria intima e accessori e, infine, uno splendido esemplare dell’abito tradizionale di Scanno, datato anch’esso al XVIII secolo. Il Museo si è così posto come il naturale contesto in cui svolgere e promuovere TessArt’è.
FONDAZIONE ARTE DELLA SETA LISIO
La Fondazione Arte della Seta Lisio è stata fondata nel 1971 a Firenze (dove operò la manifattura dal 1907 al 1943) con l’intento di tramandare attraverso le sue attività didattiche, culturali e manifatturiere, l’antica arte della tessitura a mano di stoffe in seta e metalli preziosi. Essa fu fortemente voluta da Fidalma, figlia di Giuseppe Lisio, tessitore e imprenditore di origini abruzzesi (nato a Roccamontepiano – CH nel 1870). La manifattura Lisio, sinonimo di alto artigianato e grande pregio, fu tra le più importanti in Italia e all’estero (Europa e Stati Uniti d’America) nei primi decenni del XX secolo. Giuseppe Lisio, infatti, fu fornitore delle case reali italiana ed europee, di Gabriele d’Annunzio (cui lo legò un’intima amicizia), di attrici celebri e gran dame di quegli anni. La manifattura nacque per mantenere in vita uno dei più prestigiosi settori dell’artigianato italiano che trovava linfa attraverso le sue radici nel Medioevo e nel Rinascimento. I dipinti dei grandi pittori italiani come pure le opere d’arte decorativa, ma soprattutto gli esemplari di tessuti serici antichi, furono le fonti alle quali Giuseppe Lisio si ispirò per l’elaborazione dei repertori disegnativi della sua produzione. Nei laboratori dell’odierna Fondazione sono oggi progettati e creati tessuti, sia ispirati ai disegni tradizionali che assolutamente originali. La lavorazione è interamente svolta a mano, utilizzando seta e filati d’oro e d’argento come pure materiali nuovi, frutto delle più avanzate ricerche tecnologiche. La Fondazione Arte della Seta Lisio promuove inoltre la conoscenza dell’arte tessile, antica e contemporanea, attraverso corsi base, di specializzazione e pubblicazioni. Organizza su richiesta di scuole, istituzioni o gruppi, corsi e seminari relativi a temi specifici o di approfondimento di tecniche particolari. Nei suoi locali, situati sulle colline che circondano il centro storico di Firenze, la Fondazione infine ospita una Biblioteca tematica, gli Archivi ed una Collezione di Tessuti Antichi. Oggi la Fondazione Lisio è anche un’agenzia formativa accreditata presso la Regione Toscana (codice accreditamento FI0845). Inoltre è anche editore di Jacquard. Pagine di cultura tessile, pubblicazione scientifica semestrale, interamente dedicata alla tradizione e arte della tessitura. All’interno del progetto TessArt’è, la Fondazione Arte della Seta Lisio ha curato interamente la formazione, il monitoraggio delle fasi intermedie e della valutazione finale dell’intero progetto.
OBIETTIVI E PROGRAMMI DELLA NUOVA FONDAZIONE TELECOM ITALIA
Fondazione Telecom Italia (FTI), nata nel 2008 come espressione della strategia CSR del Gruppo Telecom Italia da cui eredita i principi etici fondanti, è una fondazione d’impresa che opera sul territorio nazionale e dove il Gruppo è istituzionalmente presente; il “cuore” di Fondazione è lo spirito d’innovazione grazie al quale s’impegna a lavorare per un’Italia sempre più digitale, avanzata e competitiva. Nel 2014 FTI ha raggiunto nuovi importanti traguardi nell’impegno all’innovazione sociale e all’educazione: allo stesso tempo, Fondazione ha altresì intrapreso un importante cammino di rinnovamento al fine di semplificare e rendere più agile il suo operato come pure “rivisitare” il proprio scopo. Sono state rinnovate le cariche sociali con la nomina di quattro nuovi consiglieri (tra cui Giuseppe Recchi in qualità di Presidente del CdA di Fondazione) attraverso il superamento del principio della prevalenza di amministratori scelti nel Gruppo TI. E’ stata cambiata la composizione del Comitato Scientifico, che dispone ora di un maggior numero di componenti oltre ad avere un ruolo più utilmente focalizzato sul rilascio di pareri al CdA sul piano strategico, nonché sulla valutazione degli interventi svolti. Inoltre, la denominazione di Segretario Generale di FTI è stata modificata in Direttore Generale (carica ricoperta oggi dalla D.ssa Marcella Logli), con una miglior precisazione dei compiti allo stesso attribuiti, mentre la clausola statutaria relativa agli scopi di Fondazione è stata rivista, in modo che FTI possa diventare nel breve una fondazione “produttrice di idee ” e non solo “finanziatrice di buone cause”. Lo Statuto prevede che Fondazione persegua la diffusione della cultura dell’innovazione, per favorire la solidarietà e lo sviluppo civile, culturale ed economico operando nei seguenti settori:
1) assistenza alle categorie e alle fasce di popolazione meno protette o svantaggiate;
2) educazione, istruzione e ricerca scientifica, economica e giuridica;
3) tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico.
La nuova mission di Fondazione Telecom Italia si traduce nel promuovere la cultura del cambiamento e dell’innovazione digitale, favorendo l’integrazione, la comunicazione e la crescita economica e sociale. Il percorso di rinnovo e rilancio della Fondazione passa attraverso l’avvio di un pool di progetti coerenti con una forte valorizzazione della cultura dell’innovazione. Le prossime iniziative FTI in programma rientrano in tre nuove macro aree di intervento:
Istruzione: Fondazione realizzerà iniziative volte sia all’aggiornamento tecnologico e digitale della scuola italiana, sia all’innovazione profonda di metodologie e strumenti didattici per studenti e corpo docente, al fine di raggiungere gli stessi livelli di innovazione delle scuole europee.
Cultura dell’Innovazione: Fondazione avvierà un programma che comprende Lectures Annuali, i Quaderni della Fondazione ed eventi come le “lezioni sul progresso” per diventare un punto di riferimento in Italia e all’estero della cultura dell’innovazione.
Social Empowerment: Le imprese sociali sono imprese. La Fondazione promuoverà non solo un migliore utilizzo delle nuove tecnologie, ma una buona capacità di gestione ed efficienza, per aiutare sempre più a fare “bene il bene”. Online siamo presenti su: www.fondazionetelecomitalia.it
Il progetto TessArt’è, presentato dalla Fondazione Genti d’Abruzzo in partenariato con la Fondazione Arte della Seta Lisio, è tra gli otto vincitori del Bando indetto dalla Fondazione Telecom Italia nel 2013: Beni invisibili. Luoghi e maestria delle tradizioni artigianali. Il progetto vede coinvolti, inoltre, la Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio, il Polo Museale e il Centro Regionale Beni Culturali della Regione Abruzzo accanto ad altri partner di eccellenza.
Le attività del progetto sono finalizzate al recupero e alla valorizzazione, trasmissione e innovazione della tradizione tessile artistica abruzzese e si pongono come primo intervento organico, in questo specifico campo, nell’arco degli ultimi cinquanta anni. L’idea progettuale nasce dalla raccolta del testimone che Italo Picini ha voluto lasciare alle nuove generazioni, evitando così che il prezioso ed esclusivo patrimonio di conoscenze e saperi legati al tessuto artistico abruzzese fosse definitivamente perduto.
TessArt’è si articola in diversi piani d’intervento:
– la ricerca scientifica, con lo studio e la catalogazione di manufatti antichi in collezioni museali e private:;
– la divulgazione, attraverso la Mostra Itinerante TESSERE E’ ARTE
– la promozione di nuove progettualità nell’artigianato tessile.
– la formazione di maestranze specializzate attraverso il Corso di Formazione in Tintura Naturale e Tecnica di Tessitura ad Arazzo che si è concluso lo scorso 20 giugno 2015. L’obiettivo del corso è stato formare artigiane alle quali far riscoprire le radici più profonde cui fa riferimento la tradizione culturale, materica e tintoria della tessitura artistica abruzzese. Durante lo svolgimento delle lezioni le allieve hanno dapprima studiato materie prime e tecniche di esecuzione, in relazione alle loro potenzialità creative in campo artistico; successivamente hanno fatto l’esperienza di ricreare un manufatto della tradizione ( sperimentandone materie e colori, tecniche di esecuzione, decori) per poi giungere alla innovazione, attraverso la progettazione e realizzazione di un arazzo contemporaneo ispirato alla tradizione. La tecnica proposta è stata quella della tessitura ad arazzo, appresa dalle allieve su di un telaio didattico ad alto liccio, espressamente studiato e realizzato per TessArt’è.
LA TESSITURA ARTISTICA NEL XX SECOLO: ITALO PICINI E MARIA D’ARAMO
Fin dalla nascita degli studi specialistici sull’arte decorativa, alla fine del secolo XIX, la produzione e arte tessile abruzzese ha visto ad essa dedicati solo studi sporadici, la maggior parte pubblicati in occasione di mostre o esposizioni etnografiche, le più importanti furono sicuramente quella di Chieti del 1905 e quella romana del 1911. Entrambe le esposizioni fecero scoprire alla nazione il centro produttivo d’eccellenza della tessitura artistica abruzzese: Pescocostanzo (AQ) In letteratura si parla spesso, impropriamente, di tappeti di Pescocostanzo: in realtà si tratta di tessuti artistici il cui uso prevalente, ma non esclusivo, non era quello di essere utilizzati a pavimento ma di essere appesi a pareti, poggiati su bancali o utilizzati a decoro del letto.
Il repertorio decorativo, prevalentemente figurativo, è espressione della più antica tradizione culturale locale e testimonia le contaminazioni e integrazioni stratificatesi nel tempo, frutto dei contatti non solo con i territori della Puglia (per via della transumanza) ma con quelli delle popolazioni balcaniche e orientali. Gli schemi compositivi prevedono solitamente la soluzione con il campo a ‘rombi decorati’, al cui interno sono incorniciate varie figure. Tra queste, ritroviamo il centauro, la sirena, la fontana d’amore, il drago, l’unicorno, il pavone e altri animali stilizzati, mentre tra i motivi decorativi che costituiscono le bordure dei reticolati riconosciamo la svastica, la ruota solare e le forme ad “S”.
Gli esemplari di tappeto più antichi risalgono al XVII secolo. Il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma, nato dalla mostra del 1911, insieme con il Museo delle Genti d’Abruzzo, conservano esemplari tra i più antichi che en restituiscono le caratteristiche salienti di una produzione così peculiare e limitata a Pescocostanzo la cui economia, basata sull’allevamento ovino, era stata particolarmente fiorente a partire dal XVII secolo.
Negli anni dell’immediato dopoguerra Italo Picini, docente presso l’Istituto d’arte G. Mazara di Sulmona, ebbe la felice intuizione di rinnovare i contenuti di alcune materie scolastiche, in risonanza con i contemporanei canoni estetici e funzionali dell’Architettura razionalista contemporanea. Dalla Sezione di Arte del Tessuto rifiorì la tradizione del tessuto artistico pescolano. Le allieve, dirette da Italo Picini e sotto la guida della maestra D’Eramo, realizzarono tra gli anni Sessanta e Settanta, tessuti artistici che parteciparono a numerose esposizioni in Italia e all’estero, vincendo numerosi premi e attirando l’attenzione della stampa internazionale.
E. D’Arcangelo, I centri dell’eccellenza della manifattura laniera, in Jacquard Pagine di cultura tessile, n. 67, marzo 2011
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COMPLESSO MONUMENTALE DELL’ABBAZIA DI SANTO SPIRITO AL MORRONE.
LA STORIA
Per la tappa di Sulmona, Tessere è Arte sarà ospitata presso il Complesso Monumentale dell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, afferente al Polo Museale dell’Abruzzo che ne cura l’apertura al pubblico con visite guidate e ne concede gli spazi per eventi e manifestazioni culturali.
L’ Abbazia, posta nella fascia pedemontana del Morrone, in un territorio fin dall’antico deputato alla sacralità, dialoga da sempre con l’eremo di S. Onofrio, rifugio prediletto di fra Pietro e con l’imponente Santuario di Ercole Curino.
Il Cenobio nasce verso la metà del XIII secolo ad opera di fra Pietro di Angelerio, futuro Papa Celestino V. Nel settembre del 1293, ospita il Capitolo Generale dell’Ordine dei Celestini, durante il quale viene dichiarato sede dell’Abate Supremo. Il monastero nel corso dei secoli si è ampliato ma il modello di vita monastica praticato, ispirato alla regola benedettina dell’”ora et labora”, ha sempre guidato la concezione dell’impianto costruttivo. Sono stati realizzati così vasti ambienti quali l’ Oratorio, il Refettorio, il cortile dei Platani, la Biblioteca, la Sala Capitolare.I periodi successivi ai terremoti del 1456 e del 1706 rappresentano i momenti di maggiore trasformazione: in particolare abbiamo notevoli testimonianze dei lavori del 1706 e del 1730, data incisa anche sull’orologio della chiesa.
Con la legge napoleonica del 1806, che disponeva la soppressione degli Ordini religiosi, viene abolita la Congregazione Celestina. Fino ad allora l’entrata del monastero superava i 6000 ducati annui e i monaci non erano meno di ottanta. Dopo il 1807 diventerà prima “Real Collegio dei tre Abruzzi”, poi nel 1818 Ospizio, nel 1840 “Real Casa dei Mendici dei tre Abruzzi” e infine nel 1868 verrà trasformata in Istituto di pena. Nel 1993 ne viene dismesso l’uso carcerario e nel 1998 l’edificio monumentale viene assegnato al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Oggi l’Abbazia si presenta come un grandioso complesso monumentale di forma quadrangolare circondato da possenti mura. E’ strutturato su cinque cortili che lo suddividono in una serie di ampi percorsi rimasti quasi intatti nel tempo. Vi si svolgono visite guidate, conferenze, eventi espositivi e concerti che stanno trasformando il complesso in un centro propulsore di cultura.
Per maggiori informazioni: Complesso Monumentale Abbazia Santo Spirito al Morrone Via Badia, 28 Sulmona (AQ) – Tel. 086432849. Ingresso e visita guidata gratuiti Apertura: lunedì – venerdì 09,00 – 15,00; sabato e domenica su prenotazione per gruppi di almeno 15 persone; sbsae-abr.sulmona.abbaziasspirito@beniculturali.it http://www.facebook.com/abbaziasantospiritoalmorrone
Polo Museale dell’Abruzzo Villa Frigerj – Chieti 0871 404392
pm-abr@beniculturali.it