A un anno di distanza dalla sua apertura ufficiale (6 maggio 2017) lo spazio espositivo Casa Vuota tira le fila del suo operato con “Termoclino Guidarello” di Adriano Annino, visibile solo su appuntamento fino al 03 giugno. La mostra a cura di Francesco Paolo del Re e Sabino de Nichilo è il quarto progetto site-specific ideato per quest’«ambiente domestico temporaneamente non abitato» sito nel quartiere popolare del Quadraro. Dopo le personali di Pierluca Cetera, Filippo Riniolo e Massimo Ruiu e la collettiva “Le muse del Quadraro” l’inconsueto contenitore d’arte propone al pubblico la pittura materica del napoletano Adriano Annino, classe 1983 (vive e lavora a Milano).
L’eclettica personalità dell’artista già ravvisabile nella singolare formazione umanistica – laureato in Filosofia della Musica e diplomato presso il Conservatorio – si esplicita pienamente in ambito pittorico attraverso sperimentazioni e contaminazioni di differenti idiomi artistici – dalla musica all’immagine in movimento – con lo scopo di indagare le dinamiche relazionali all’interno della comunicazione post-digitale. Obiettivo che ben si presta ad essere investigato tra i parati anni Settanta caratterizzanti la location. Un luogo in cui il visitatore è a suo agio per via di quella schietta familiarità che vi si respira e che, ravvicinandolo all’arte, lo invita ad esperire le opere presentate, tutte intitolate Termoclino, che prendono spunto da capolavori di maestri del passato: da Otto Dix a Gericault, dalla pittura seicentesca dei caravaggeschi agli studi di Delacroix. Nel corridoio e nelle due sale tele di varie dimensioni sono affiancate da bozzetti effettuati a matita o a china in cui sono tratteggiate, attraverso uno stile nervoso ma sicuro, scene di vita campagnola, amplessi, impiccagioni, prediche, e musicisti intenti a suonare. Tuttavia, solo ad un attento sguardo si evince l’insensato accostamento tra i lavori pittorici e gli schizzi. Quest’ultimi, infatti, vogliono essere solo mere allusioni delle molteplici pulsioni represse nella società contemporanea, tematica implicitamente asserita nel curioso titolo “Termoclino Guidarello”. Con questa esposizione, summa dell’ultimo anno della sua ricerca artistica, Adriano si propone di indagare e riportare in vita la campagna romana ed i suoi festosi suoni in una Roma divenuta ormai sinonimo di metropoli multietnica. Egli ponendosi al di fuori della realtà attuale ovvero in quello strato di transizione scientificamente definito termoclino – collocato nei corpi idrici tra lo strato della superficie, soggetta a continui rimescolamenti di temperature, ed i suoi oscuri abissi – scruta i comportamenti e le relazioni umane convincendosi che ognuno di noi è soggetto a castrazioni e vincoli imposti dalla cultura e dalla tradizione per affermare la propria identità rispetto alle logiche del gruppo ed essere così accettato dalla collettività.
Annino tenta di rendere cosciente l’umanità della sua intuizione facendosi guidare dalla traccia uditiva del guidarelloovvero, come ci spiegano i curatori, «l’attributo dato al castrato dal pecoraro che anticamente sceglieva come guida del branco nella pratica della transumanza: al suo collo veniva appeso un campano che rappresentava una proiezione sonora del pastore stesso». Gli agresti paesaggi dipinti sono abitati da personaggi caratterizzati da volti sformati tramite una deformazione di tipo espressionista realizzata con l’impiego di stratificazioni di tinte vivaci mentre i loro corpi appaiono maggiormente delineati. Se in Termoclino Otto Dix, Alla bellezzale fisionomie sono ancora distinguibili in Termoclino Baeck, Il figliol prodigocolore e gesto diventano un tutt’uno eliminando ogni tipo di riconoscibilità dei lineamenti dei soggetti ritratti, testimoniando l’evoluzione del percorso di riflessione iniziato dal napoletano nel 2016. Un’ulteriore sviluppo è documentato in altri dipinti come Termoclino Gericault, Trombettiere degli ussari sedutodove è inserita la schematizzazione dell’opera stessa: un quadro nel quadro, simbolo del pacifico strato “termoclino” da cui Adriano guarda il genere umano. Inoltre, un’installazione sonora si propaga nel luogo recuperando la primaria inclinazione dell’artista e declinandola alla conviviale e chiassosa immagine dell’argomento analizzato: un misto tra canti popolari e suoni tipici della campagna (come i campanacci) accompagnano l’osservatore nel percorso immettendolo in un’atmosfera di amenità e spensieratezza.
Infine, un video illustra il processo di creazione dei disegni realizzati dal creativo tramite un App dello smartphone, dove lo strumento tecnologico diviene un’ulteriore metafora di quella ‘zona’ felice da cui Annino scruta l’umanità soffocata.
“Termoclino Guidarello” di Adriano Annino
a cura di Francesco Paolo del Re e Sabino de Nichilo
fino al 03 giugno 2018
Casa Vuota
via Maia, 12 int.4A – 00175 – Roma
ingresso gratuito
orario: visitabile su appuntamento
Info: tel. +39 392 8918793
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