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L’orizzonte oltre il visibile di Susana Serpas Soriano

Arrivo al mio centro,
alla mia algebra, alla mia chiave,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono
. Jorge Luis Borges 

Un percorso attraverso il cuore, quello che Susana Serpas Soriano (El Salvador, 1976) propone allo Studio Tiepolo38 di Roma, un invito all’esplorazione della propria centralità fisica e spirituale e alla riflessione sul senso della creazione e dell’esistere. Una poesia primitiva che ci accoglie fin da subito nel piccolo tempio del sentire ricreato dall’artista; un dono del cuore come l’opera che ci da il benvenuto e mette in aziona l’animo che si apre alla scoperta di dimensioni altre, oltre lo spazio visibile. Si scandagliano fragilità e paure nascoste in quel luogo che Borges, ne l’Elogio dell’Ombra, identifica come un labirinto all’interno del quale l’attraversamento dell’ombra stessa risulta la via consapevole per giungere alla comprensione del nostro centro, lo spirito di ciò che siamo. 

La mostra Terra e Sangue. L’orizzonte primitivo di Susana Serpas Soriano a cura di Giovanna dalla Chiesa prorogata al 1 giugno 2019, offre non poche sollecitazioni e interessanti riflessioni sul valore non solo della creazione intesa in senso simbolico, esoterico e cosmogonico, ma sul senso più profondo dell’arte come ‘strumento’ e materia essenziale di connessione al primigenio. 

Tra orizzonti fotografici, volumi prospettici e installazioni che, nell’accezione archetipica, richiamano la land art, le opere di Serpas Soriano ci riconducono e riconnettono a un tempo e spazio d’indagine dell’essere e dell’agire in forma e modalità intuitiva volta a disegnare un iter significativo che stimoli a sentire e andare oltre. 

Ed è cosi, ‘lontano lontano dal luogo più vicino’ come l’artista ci dice, che abbiamo voluto riflettere su sensi e direzioni in un incontro a cuore aperto. Con l’intento profondamente umano di lasciare un ‘segno’ del suo e nostro percorso che, al di là di un progetto temporaneo, possa trasmettere il senso una via esistenziale possibile e sostenibile, certo non priva di paure, ostacoli e sacrifici. Scavando nella terra materica, immersi nella vitale liquidità del sangue, tra oscurità, ombre, luci di una umanità sempre più ‘in preda ai giochi di superficie’, intraprendiamo insieme il viaggio infinito verso il nostro centro primitivo. 

Dono del cuore, 2011. Courtesy the artist

Amalia Di Lanno Ne l’orizzonte primitivo l’ombra è una chiave di lettura significativa anche nell’ottica di un viaggio esistenziale e simbolico. In tal senso, qual è il tuo rapporto con l’ombra.

Susana Serpas Soriano. L’Ombra è Spirito, è una presenza che non possiamo capire nella sua definizione indefinita, perché l’ombra stessa è fatta di non materia, ma dalla luce in oscurità da cui diviene forma immateriale e animata. L’Ombra ci accompagna come riflesso nella vita, come un “dono” che dà profondità all’esistenza e all’abisso delle nostre emozioni. Non ho paura dell’Ombra, senza di essa non ci sarebbe Mistero è tutto sarebbe meno affascinante.

A.D.L. Nel percorso/viaggio simbolico che hai messo in opera ci sono elementi che in qualche modo offrono indicazioni forti sul senso della vita come dono e le difficolta nell’accoglimento della stessa, un equilibrio sempre precario. Dono del Cuore, opera con cui ci accogli all’inizio della mostra, può davvero essere la chiave di un orizzonte primitivo?

S.S.S. Assolutissimamente sì. Credo vivamente che solo attraverso la profondità di noi stessi possiamo divenire esseri più consapevoli e forti. Il Cuore ci parla e la nostra mente può scegliere se dialogare con esso. La sola intelligenza non ha mai reso più consapevole nessuno. Il Cuore è l’unica misura che non ha dimensioni a quella dei nostri sensi. Più siamo lontani dal Cuore e più siamo distanti dagli altri. Sì arriva al mondo soli, ma non siamo nati per vivere dà soli, la vita ci chiede di rapportarci allo Spazio e alle persone.

A.D.L. La terra elemento materico e di radicamento, sangue, energia liquida e vitale, fanno parte del medesimo processo primordiale connesso alla presenza umana. Entrambi nelle loro accezioni simboliche ci riconducono alla spiritualità come attivatori di energia trasformativa, l’una e l’altro non sono che parte dell’orizzonte primitivo che valica piani prospettici e volumetrici ‘definiti’ trasportando l’intimità dell’occhio/cuore verso l’infinito. In questo viaggiare tra terra e sangue, luce, e ombra, materia e spirito…quale pensi sia, oggi più che mai, l’orizzonte/direzione umana, o forse quella più sostenibile?

S.S.S. La Terra e Il Sangue vanno in direzioni opposte, ma dal “Principio” ci s’INCONTRA SU QUESTA TERRA. Ed io chiedo a me stessa e, a questo punto, a voi:  si nasce da lontano, e chissà che si arrivi dal cielo come splendide luci che scendono sulla terra per attraversarla in tutta la sua estensione nel viaggio di tutta la nostra “breve” vita fino all’ultimo respiro, se non per coltivarla affinché lo Spazio/Orizzonte possa nutrire la luce della nostra ombra fino all’estensione alla luce eterna. Nel non divenire più competitivi e limitati l’uno sull’altro ma liberi dalla morte?! 

Susana Serpas Soriano – Terra e sangue. L’orizzonte primitivo

a cura di Giovanna dalla Chiesa

Prorogata al 1 giugno 2019 

STUDIO TIEPOLO 38

Via Giovanni Battista Tiepolo, 38 – 00196 Roma 

tel. +39 335 8310878 | info@studiotiepolo38.eu 

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