Chi è Stoner? È questa la domanda più frequente che in molti si fanno in questi giorni, in attesa dell’apertura della mostra STONER – Landing Pages presentata in anteprima nazionale nell’ambito del #FLA Pescara Festival e ospitata, fino al prossimo 11 dicembre, all’interno della programmazione espositiva dell’Alviani ArtSpace diretto da Lucia Zappacosta. Ebbene Stoner è il protagonista dell’omonimo romanzo scritto nel 1965 dallo statunitense John Edward Williams. Recentemente riscoperto nel 2013, è diventato un caso letterario e un bestseller venduto in tutta Europa, ma che Stati Uniti ed Israele, e ora è anche una mostra! Infatti, la storia dell’anonimo professore universitario di letteratura, vissuto fra le due guerre mondiali, e che narra la “banalità” con cui scorre la sua vita, fra drammi e passioni, punti di forza e debolezze (che sono poi quelli di ciascuno di noi), prendono forma nelle opere di Mauro Fiorese, Roberta Montaruli, Stefano Lanzardo, Eleonora Roaro, Jacopo Simoncini, Giuliano Tomaino e Zino. Gli artisti, chiamati da Cinzia Compalati e Andrea Zanetti, ideatori e curatori del progetto, interpretano ciascuno un personaggio del libro, traslando lo scorrere delle parole di Williams al piano del visibile.
Stoner, il protagonista, è interpretato da Stefano Lanzardo, attraverso 4 scatti fotografici emblematici e rappresentativi dei luoghi e delle relazioni della sua vita: la sua terra d’origine, l’Università, lo studio di casa, il rapporto con le donne. Scatti volutamente non perfettamente a fuoco che metaforicamente richiamano alla memoria la vita opacizzata di Stoner. Mauro Fiorese interpreta, invece, Gordon Finch, il migliore amico del protagonista, sviscerando il sentimento dell’amicizia fra i due, attraverso i propri scatti – tratti dal suo blog www.libraincancer.it – aperto per raccontare pubblicamente la propria personale battaglia contro il cancro. Fiorese, in questo suo toccante lavoro, parte da se stesso scavano con eleganza nel personale di Stoner e Finch, per sottolineare con dolcezza e durezza al contempo, quell’incorporeo che lega umanamente le persone. Così, nella relazione scrittura-immagine impaginata dall’artista, i due piani della comunicazione appaiono come segni di un unico messaggio: la presenza dell’esistenza è tale anche nella sua banale quotidianità. A Roberta Montaruli è affidato il racconto del personaggio di Katherine, l’amante di Stoner, e della loro storia, attraverso un’animazione video dove ad essere visibili (a parlare) sono gli oggetti e non le persone. Con una video-installazione Eleonora Roaro mette in luce le fobie e le depressioni di Edith, ovvero della moglie di Stoner, rappresentata solo dal suo occhio ceruleo, emblema della sua morbosa necessità di esercitare il controllo sulle vite altrui. L’opera, proprio nella giornata inaugurale, vede inoltre un intervento performativo, in cui la Roaro stessa, interpreta Edith in un momento cruciale del romanzo. Jacopo Simoncini, ispirato dal passo : “Le dita si allentarono e il libro che tenevano si mosse piano e poi rapidamente lungo il corpo immobile, cedendo infine nel silenzio della stanza”, ha composto un pezzo inedito per viola (eseguito da Ignazio Alayna), il cui stridore arriva al pubblico, come spesso quello della vita arriva inaspettato. Giuliano Tomanino interpreta il padre di Stoner, scegliendo, per questa mostra all’Alviani, di dare peso al momento più importante dell’esistenza: la morte, letteralmente esplicitata nell’installazione di una finta bara. Infine, Zino immortala il volto di Lomax, antagonista di Stoner in un ritratto che cita la descrizione data nel libro al personaggio: “Era il viso di un divo del cinema”. L’opera, è realizzata con la tecnica ASCII art, attraverso cui Zino ha riportato l’intero passo della presentazione di Lomax nel libro, fra le cui frasi si legge una declinazione metalinguistica che l’artista pescarese rivolge al suo pubblico: “Stoner è un libro del cazzo”, ironicamente quello che sarebbe stato il pensiero di Lomax nel giudicare il romanzo oggi.
Particolarità della mostra, non è solo l’aspetto didascalico del libro, ma anche il suggestivo allestimento che richiama le atmosfere narrate da Williams, e che spinge il visitatore a immergersi nella storia di Stoner e vivere un’inedita esperienza fra letteratura e arti visive.
STONER – Landing Pages è un’idea di Yab (Young Artist Bay – Incontra oggi l’arte di domani). La mostra è stata realizzata attraverso un’operazione di crowdfundig e tutti i donatori sono oggi anche comproduttori del progetto.
Photogallery di Roberto Sala
Dall’11 novembre all’11 dicembre 2016 – Alviani ArtSpace Largo Gardone Riviera, Pescara
www.crowdarts.eu/it/campaigns/stoner-landing-pages/#/campaign