L’immaginario condiviso vede nel cemento, elemento fondante tutta l’architettura contemporanea, l’antagonista della natura. Entrambi necessari ma inconciliabili si direbbe, fisicamente vicini (conviventi nel paesaggio) ma concettualmente distanti.
Stefano Canto (Roma, 1974), artista plastico con una formazione da architetto, prova ad invertire la comune percezione, dando forma sensibile ad un connubio apparentemente impossibile. Lo fa con la recente personale Carie, allestita fino al 10 aprile nel nuovo spazio romano di Materia, nel quartiere San Lorenzo …
L’intero articolo è stato pubblicato sul numero 280 della rivista Segno