Qual è il rapporto tra arte e territorio?
Quale relazione si crea tra lo spazio pubblico – urbano – e le opere che si “insediano” in tali spazi, ricostruendoli e trasformandoli?
Si interrogano su tali questioni all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che nell’ambito del suo quarantennale propone una serie di progetti pubblici, volti ad occupare palazzi, piazze e cortili nel centro storico.
Se Piazza Prefettura, già avvezza all’arte (ricordiamo la recente collocazione di Religione, opera di Enzo Cucchi), è stata protagonista di Cz Lumen, happening urbano durante il quale è stato presentato un video-mapping che raccontava – attraverso frame – la storia della città, tra passato e presente, il progetto Stazioni Creative (Il Ragno) ha tracciato un percorso guidato, volto a valorizzare le bellezze dei luoghi nascosti, di giardini segreti, di scorci architettonici ed elementi paesaggistici spesso trascurati o dimenticati.
Tali Stazioni Creative, esplicito riferimento alla necessità per l’arte di “uscire fuori di sé”, teorizzata da Andrea Balzola e Paolo Rosa, si propongono come nuovi punti di aggregazione, che possano rappresentare un’identità culturale forte, che possa fornire stimoli ad una città (e ad una società) spesso troppo pigra; una città a cui si chiede in modo schizofrenico capacità di accoglienza, propria del piccolo borgo, e la massima funzionalità ed offerta ricreativo-culturale, tipica delle metropoli.
Le Stazioni Creative rappresentano così la possibilità di ricostruire degli spazi, non ex-novo, ma a partire dalla stessa identità del luogo, spazi in cui potersi riconoscere ed al contempo che possano incarnare, dunque far vivere, l’idea di globalità.
Frutto di un processo aperto di sperimentazione e di lavoro collettivo, il progetto ha portato alla realizzazione di tre video-istallazioni, allestite nei cortili di tre Palazzi nel cuore del centro storico: Giardini Segreti al Complesso Monumentale del San Giovanni dell’artista Mariagrazia Pontorno, Abisso a Palazzo de Nobili e Viaggio nelle Profondità a Palazzo Rossi, entrambe realizzate dagli allievi dell’Accademia hanno ri-abitato ad arte i cortili, facendo presagire ai cittadini-fruitori, che né il tempo, né la bellezza, sono assenti dalla loro storia (Marc Augè).