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Sound Project e Fuori Gioco

Gráfico1.cdrIl Progetto speciale realizzato da RAM radioartemobile in occasione della partecipazione a Roma – The Road to Contemporary Art, dal 1 al 5 Aprile, persegue l’obiettivo di dar spazio e costituire uno stimolo alla sperimentazione artistica in ambito sonoro. Sound Project indaga lo spazio acustico, per definizione immateriale, grazie alla natura performativa dell’evento sonoro, sfruttando il processo in cui il fruitore attiva fenomeni percettivi attraverso l’atto del muoversi nello spazio e attraverso la durata dell’evento stesso.

Lo stand di RAM al Palazzo delle Esposizioni è stato trasformato in una “camera di espansione sonora”, che accoglie lo spettatore in un ambiente buio e del tutto vuoto, in cui le coordinate spaziali sembrano essere state annullate e ricostruite grazie ad un flusso sonoro continuo. 21 artisti provenienti dall’ambito delle arti visive, così come dalla sperimentazione musicale, sono stati invitati a produrre un lavoro sonoro della durata di 2 minuti. Il risultato, in linea con le differenze generazionali e di ricerca, è una molteplicità di punti di vista, di attitudini che aprono a una serie infinita di punti di fuga, un susseguirsi di visioni convergenti nell’esperienza fisica del fruitore.

Nel frattempo, negli spazi espositivi della Galleria RAM radioartemobile di Roma, è in corso l’ottava edizione del progetto CAMERE, dal titolo Fuori Gioco. Il curatore Helmut Friedel, insieme a Giovanni Iovane, propone una riflessione sullo Spazio, come problema principale della modernità. Spazio sociale, politico, geografico, poetico (nonchè come poetica dello),  Spazio esterno e interno, insieme all’ intérieur o le Weltinnenräume di Rainer Maria Rilke. Persino in questioni che riguardavano il tempo, come ad esempio la memoria, lo spazio ha assunto un ruolo dominante.

Le opere esposte sono del danese Olafur Eliasson, Giulio Paolini e dell’austriaco Helmut Wurm. I lavori di Eliasson sono installazioni di solito concepite per spazi specifici, interni o esterni, e per un periodo di tempo limitato. I suoi lavori, infatti, esistono per un breve periodo di tempo, non potendo essere preservati e sopravvivendo soltanto attraverso immagini o la parola. Il danese si avvale di elementi naturali come il fuoco, l’acqua o il legno, che spesso vengono usati per ricreare un ambiente esterno o dei fenomeni naturali (cascate, l’arcobaleno o il sole) all’interno di uno spazio chiuso.
Il lavoro di Paolini, spesso associato all’Arte Povera, si distingue per una rigorosa pratica concettuale, definita ed ovviamente non conclusa, a partire dalla sua prima opera realizzata nel 1960, Disegno geometrico. Da questa prima riflessione sullo spazio della rappresentazione e sullo statuto dell’opera d’arte, Paolini ha sviluppato una complessa ricerca sugli strumenti del fare artistico e sulla figura dell’autore. Tra le principali caratteristiche del suo modo operativo figurano la citazione, la duplicazione e la frammentazione.
Erwin Wurm ha lavorato recentemente alle Fat Sculptures, opere che ribaltano i parametri (volume, peso, gravità stabilità ed equilibrio) tipici e, precedentemente, alla fine degli anni Ottanta, aveva già sviluppato le One Minute Sculpture. Queste ultime possono essere considerate performance di carattere effimero, ma allo stesso tempo opere materiali, che da una parte si svolgono in un breve periodo di tempo prima di finire, ma che dall’altra perdurano attraverso lo scatto fotografico o la registrazione. Lui stesso o il pubblico possono essere coinvolti all’interno di queste manifestazioni che propongono azioni inusuali con oggetti quotidiani.

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