L’amministrazione comunale di Torino sta mettendo in crisi anche il PAV (parco d’arte vivente) e quindi Piero Gilardi ha preparato un Appello che volentieri pubblichiamo con le prime significative dieci firme.
Da un decennio e segnatamente dall’inizio della crisi economica finanziaria stiamo subendo un progressivo depauperamento di quei beni simbolici che sono il cardine della coesione e della progettualità sociale. Per questo rivolgiamo un appello alla cittadinanza, agli operatori culturali affinché si uniscono nel sostegno ad una Istituzione artistica pubblica che come molte altre è stata posta in una grave crisi economica e gestionale: il Parco d’Arte Vivente della Città di Torino. Questa Istituzione, nata grazie ad una costruttiva operazione urbanistica fondata sulla sussidiarietà della società civile, è ormai oggi ben conosciuta dal pubblico dell’arte e dal mondo della Scuola, estesamente coinvolto nelle attività dei laboratori espressivi. La sua “missione” si staglia con chiarezza nel panorama museologico nazionale e internazionale: documentare in modo coinvolgente le esperienze dell’arte ecologica in questa fase storica caratterizzata dalla sfida di uno sviluppo sostenibile che possa prevenire il collasso ambientale. Quali sono le cause della crisi delle Istituzioni artistiche pubbliche? La politica e la gran parte dei media ripetono la formula della necessità di tagliare il welfare e la cultura per sanare i conti pubblici, pur mettendo in atto misure antirecessive per la crescita, ma allora perché la cultura non è considerata un fattore di crescita? Il rapporto annuale di Federculture ha presentato i dati sulla spesa culturale degli italiani ed è risultato che essa, nonostante la congiuntura della crisi, è in crescita ed ha raggiunto la percentuale del 7,4% della spesa totale delle famiglie. Questo dato contraddice dunque il senso dei tagli alla cultura pubblica e l’opinione prevalente della politica che sostiene una gestione della cultura dove lo stato deve abdicare in favore dei “privati” e dell’industria culturale. A questo proposito ci appare chiaro che l’intrattenimento culturale e l’uso strumentale della cultura ai fini di pubblicità – e quindi di profitto – non produce vera cultura, libera e creativa, ma solo stereotipi ripetitivi e massificati. Oggi le Istituzioni artistiche pubbliche sono in crisi in tutta Italia, ma anche a Torino che per due decenni è stata considerata la “capitale italiana dell’arte contemporanea”, per effetto di queste scelte politiche dissennate che colpiscono la cultura seria e durevole, talvolta surrettiziamente compensate da forme di intrattenimento effimero. Così una Istituzione museale civica permanente con un programma culturale di lungo periodo come il Parco d’Arte Vivente, oggi dovrebbe continuare ad operare con un contributo comunale ridotto a € 150.000 dagli iniziali € 750.000 del 2009. Denunciamo con amarezza questa situazione e le scelte politiche, economiche ed ideologiche che l’hanno originata ed esortiamo tutti i soggetti che condividono questo appello a unirsi in un forte movimento di opinione a sostegno del PAV, di tutte le Istituzioni artistiche pubbliche e del diritto sociale all’arte e alla cultura.
Firme
̶ Piero GILARDI – Artista
̶ Andrea BELLINI – Director Centre d’Art Contemporain – Genève ̶
Gianni VATTIMO – Filosofo
̶Hans Ulrich OBRIST – Director Serpentine Gallery – London
̶ Gianluigi RECUPERATI – Scrittore
̶ Dimitar SASSELOV – Scienziato
̶ Luigi BONANATE – Politologo
̶ Marco REVELLI – Sociologo
̶ Gilles CLEMENT – Agronomo
̶ Charles ESCHE – Directeur of Van Abbemuseum – Eindhoven
̶ Diana FRANSSEN – Curator of Van Abbemuseum – Eindhoven