Il mondo del collezionismo è paragonabile ad un mare di squali, in cui i contendenti cercano in tutti modi di entrare in possesso della preda. Potersi permettere opere di artisti importanti o che hanno scritto la storia dell’arte porta vanto, soddisfazione personale e una marcia in più per imporsi all’interno di un mercato sempre in movimento. Questi squali decidono poi di custodire gelosamente i propri trofei, oppure sono ben contenti di esporli e dare la possibilità ad altri di ammirare simili capolavori. Nell’arte a noi contemporanea, a partire dalla seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri, è subentrata e ha preso piede un’ampia varietà di tecniche artistiche e di tendenze, che spesso ostacolano il concetto di collezionismo: basti pensare alla Land Art, alla Body Art e alla Performance. È possibile acquistare un’opera di Christo, oppure un corpo con la firma di Piero Manzoni? Ci sono vari metodi per impossessarsi di tali esempi, ma l’atto in sé è effimero e rimarrà per sempre un evento fine a se stesso, testimoniato da frammenti, documenti o riprese e fotografie.
Giovanna Ricotta – classe 1970 – è un’influente performer italiana di fama internazionale. In silenzio dal 2015, torna a mostrarsi al pubblico a Padova, sostenuta e incentivata da Giorgio Chinea Canale, giovane gallerista attivo nella città veneta e proprietario dell’omonima galleria che opera presso il secolare caffè patavino Pedrocchi. Ma come fa una galleria a proporre una/un performer? Come abbiamo appena ricordato, la performance consiste in un avvenimento in diretta di una specifica durata: una volta concluso, a meno che non siano previste delle repliche, è destinato a rimanere solamente nei ricordi di chi ha avuto la fortuna di essere presente. Perché la riproduzione tramite fotografie o video, possono sì restituire l’azione compiuta, ma rimane un modo per favorirne la memoria, in quanto l’atto artistico si è consumato solo nell’hic et nunc della performance stessa.
In data 11 aprile 2019, chi era presente ha potuto assistere ad un ritorno in auge di Giovanna Ricotta, con uno “spettacolo” unico, studiato e pensato dall’artista per l’occasione, accompagnato da tre opere su carta esposte nel cabinet della galleria Giorgio Chinea Art Cabinet. “Diva”ha avuto luogo sulla storica scalinata del Caffè Pedrocchi, dove l’artista ha attuato una danza facendo propri i tratti principali che hanno reso famose le tre dive per eccellenza: Anna Magnani – attrice, Isadora Duncan – ballerina, e Diamanda Galàs – vocalist. Queste tre figure femminili, fuse nel corpo agente della Ricotta, danno vita ad un’antidiva, facendo convergere il crudo realismo attoriale, la libertà espressiva che sfocia nella nudità rivoluzionaria del ballo, e l’urlo agghiacciante di una voce. Giovanna Ricotta, indossando un abito quasi impercettibile, scende dunque gli scalini illuminati da lampadine, con in mano un bicchiere da cocktail, subito dopo l’introduzione ricavata da un estratto del film “Amore” di Rossellini del 1948, sullo sfondo della scritta proiettata “Sorprendimi” – titolo della mostra complessiva. Durante la discesa, la nostra antidiva, all’improvviso, rompe col piede le fonti luminose in corrispondenza dell’urlo della Galàs, quasi come a volerlo riprodurre attraverso il frangimento dei vetri. Lo scopo è ottimamente ottenuto: lo spettatore è pietrificato dalla sorpresainaspettata e per tutti gli 11 minuti della performance rimane incantato dalle movenze di Giovanna Ricotta, in una simil-estasi. Alla fine del percorso discendente l’artista lascia a terra il bicchiere vuoto come simbolo di volontà di abbandono della vita di vizi e piaceri. Ma l’omaggio ai grandi nomi di donne continua, come precedentemente annunciato, nel cabinet esterno, con i tre ritratti delle altrettante sopracitate dive secondo la tecnica del collage, utilizzando glitter, puntine e perle, secondo la personale interpretazione dell’artista. Essi sono allestiti all’interno di cornici metalliche contornate da ulteriori lampadine che ricordano le immancabili specchiere di preparazione delle dive.
La riapparizione sulle scene è, senza ombra di dubbio, all’altezza dei precedenti lavori di Giovanna Ricotta, e in continuità con l’ultima performance che vedeva un’urna funeraria, dove ella aveva metaforicamente racchiuso la propria attività. In quest’ottica, il ritorno in vita della performer sotto forma di diva, è coerente con l’idealizzazione stereotipata che permane nella memoria di una personalità che ha dato tanto e continuerà a dare ai posteri come esempio da seguire e modello da imitare. Ora rimane solo il dubbio sul destino della nostra diva, ma per adesso godiamoci le opere attualmente esposte e confrontiamoci con il presente dell’ultima performance.
Giorgio Chinea Art Cabinet
Via VII Febbraio, 15, 35122 Padova
Sorprendimi – Giovanna Ricotta
Fino al 30 settembre 2019