È l’8 agosto 1991 quando la nave Vlora entra nel porto di Bari con un carico di 20.000 albanesi che fuggivano dall’Albania. Immagini impresse nella memoria collettiva di tutti: una nave gremita di “persone” ammassate sui bordi, sugli alberi, aggrappate alle cime per poi lanciarsi nelle acque del porto nel tentativo di raggiungere la riva. Maggio 2019: è da pochi giorni visibile sulla facciata di una casa popolare del quartiere San Girolamo di Bari e rivolta verso il mare e il porto, “Sono Persone” l’opera pubblica di Jasmine Pignatelli dedicata ai fatti del ’91 ma ancor di più al sentimento di accoglienza dimostrata dai baresi durante lo sbarco. In questa lettura artistica, il racconto/memoria dell’evento è affidato ad una frase che l’allora sindaco Enrico Dalfino (1935-1994) pronunciò sommessamente alla fine di una giornata incancellabile e che di fatto ha segnato la storia dell’immigrazione mondiale: “Sono Persone” – ripeteva – “persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza”. Parole queste che gli valsero le offese dell’allora presidente della Repubblica Cossiga. Una ferita ancora aperta nella memoria dei baresi che hanno identificato nella scultura sul waterfront, a giudicare dai commenti e dal senso di partecipazione, una concreta possibilità di riscatto. Con 14 linee e 14 punti in acciaio inox l’artista, usando la chiave linguistica del morse, consegna nell’etere e rende indelebile una frase, una data, un fatto storico, un cittadino e con lui l’intero popolo barese che ha saputo accogliere quando si doveva accogliere.
Sono Persone 8.8.1991 è la grande scultura murale che ricalca quelle parole calde e abbraccianti destinate ad accogliere chiunque arriva, per mare e per terra, ieri come oggi.
“Mio padre non poteva non pronunciare quelle parole. Pochi giorni prima il Consiglio comunale aveva approvato all’unanimità lo Statuto fondativo della Città che si apriva affermando che Bari è una “comunità aperta”, in questo rievocando le radici più profonde dello spirito barese, a partire dalle Consuetudines di Sparano e Andrea da Bari del XIII secolo che attribuivano l’immunità a chiunque entrasse in Città per mare e per terra”. Così lo ricorda il figlio Giuseppe Dalfino in occasione della consegna dell’opera alla città.
Jasmine Pignatelli continua: “Nonostante gli anni, gli anniversari, i documenti e le memorie accumulate, questa storia torna prepotentemente oggi in tutta la sua attualità, per l’umanità che genera e per la partecipazione civica che incoraggia: l’opera ci invita a non perdere mai il senso della comunità umana a cui tutti apparteniamo. Nonostante l’opera si presenti ermetica, con la sua sequenza di punti e linee, innesca immediatamente con i cittadini un sentimento autentico di partecipazione”. Infatti La realizzazione dell’opera è stata condivisa con gli abitanti del quartiere, con gli inquilini del condominio interessato e con la scuola di riferimento del quartiere Eleonora Duse. Con questa è stato attivato un laboratorio didattico a cura dell’artista e di Cinzia Santoro: i giovani studenti, tutti presenti alla presentazione dell’opera, hanno realizzato ognuno un disegno in “morse” ispirato al mare, alla migrazione e alla solidarietà.
Curata da Stefano Straziota e da Anna Gambatesa della galleria MisiaArte e Cellule Creative, l’opera ha trovato il sostegno di aziende private impegnate anche socialmente e artisticamente come la TrackDesign specializzata nella lavorazione dell’acciaio e della Werent Srl che ha fornito la piattaforma per il montaggio dell’opera insieme a Doronzo Infrastrutture, Elettrotecnica Italiana Smart e SEC Mediterranea.
Coerentemente con il suo lavoro, Jasmine Pignatelli, ha anche indicato le coordinate gps (41.137914, 16.821537) dell’opera sulla facciata nord dell’edificio di alloggi popolari ARCA Puglia Centrale sul nuovo lungomare appena riqualificato del quartiere San Girolamo a Bari.