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Simone Pellegrini – Sensorio indiscreto

Con Sensorio indiscreto, personale di Simone Pellegrini curata da Leonardo Regano, si rinnova l’appuntamento con l’arte che il LabOratorio di restauro Degli Angeli dedica da sei anni a questa parte all’approfondimento del lavoro di un artista, in occasione delle giornate di Arte Fiera. Lo spazio – una chiesa prerinascimentale sconsacrata – denso di una innegabile suggestione, ospita i grandi lavori su carta dell’artista marchigiano (Grave radiante, Vario diafano, Alti contagi, Concavi fissi) appesi o distesi su di un imponente tavolo In penombra, e i disegni a matita, schizzi preparatori che marchiano frontespizi e colophon dei libri letti da Pellegrini che fuoriescono dagli scaffali dell’attigua Biblioteca  quasi fossero esplosi, in un invito ad una consultazione prêt-à-porter. Le luci soffuse, seppur casuali, creano un ambiente seduttivo  dove l’ombra del visitatore che si inserisce sulle grandi carte provoca lampeggiamenti involontari che finiscono per diventare interruzioni semantiche. La luce è l’unico elemento fortuito in questa narrazione dove nulla è lasciato al caso. La carta scelta da Pellegrini, che in origine si presenta in rotoli di 2 metri per 20 viene strappata (in una lacerazione in sintonia con i luoghi rappresentati nelle opere , teatri di violazioni, lotte e rinascite) e poi rincollata, quasi fosse insopportabile agire su un supporto virginale: l’ atto urgente da compiere prima di procedere è quello di appropriarsi del campo di lavoro a cui  segue un procedimento simile alla tecnica della monotipia dove campeggiano pochi colori (rosso, nero, ocra) a disegnare mondi popolati da esseri contorti, insieme ad  elementi organici, vegetali, biologici, botanici in una frammentarietà che rimane sospesa . Sul supporto sagome riconoscibili appartenenti ad un figurativo liminale si mescolano a forme enigmatiche e misteriose, non riconducibili a simboli o ad elementi esoterici -alchemici precostituiti (anche se la tentazione a trovarne una matrice è forte). Forme archetipiche, corpi ibridi o particolari organici  si emancipano da  qualsiasi tipo di contesto, sfuggono a qualunque classificazione e ridefiniscono mondi senza confini, dove ogni elemento può contagiare ed essere a sua volta contagiato, migrare ed invadere l’altro. L’artista mette in scena cadute, contrazioni, rovesciamenti, disossamenti, sommovimenti di campo, (“un campo arrischiato”) in uno squilibrio che si perpetua per riassettarsi all’infinito. C’è un interesse incessante nella ricerca artistica di Pellegrini a cambiare gli schemi, a ripartire lo spazio che è preponderante rispetto al cambiamento delle immagini e dei soggetti in una dilatazione temporale incantata dove tutto galleggia. Mappe, cartografie di universi altri, primigeni ed onirici  ci restituiscono narrazioni in qualche misura sacre- nel senso più puro del termine- ovvero  relative a ciò che può essere sacrificato, rimaneggiato di continuo, poiché in fondo, come ci ricorda l’artista “ ciò che è sacro è violabile, ciò che è santo no” .

 

LabOratorio degli Angeli

Via degli Angeli, 32 – Bologna

Orari di apertura dal 1/02 al 16/02/2019
lunedì-venerdì ore 10-18, sabato e domenica su appuntamento

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