“O” è il titolo della personale di Simon Dybbroe Møller in corso a Milano da Francesca Minini fino al 5 Novembre. Attraverso questa mostra l’artista danese, che vive e lavora a Berlino, definisce la sua relazione con concetti quali progresso, costruttività, razionalità, monotonia e intenzionalità, partendo da interrogativi di base come “Gli oggetti inventano se stessi?“, “Il numero è una cosa?“, “Se sì, O è una cosa che non significa nulla?“. Come sentenzia l’artista stesso, O è l’apertura, è una pancia, è volume, ma anche un oggetto insignificante o l’assenza stessa di valore. Tutto ciò le opere esposte tendono a mostrare, a partire dai “totem” di Things And The Thoughts That Think Them (Man), creati impilando oggetti racchiusi in scatole di materiale acrilico, alle stampe seriali della serie O, realizzate grazie al Microsoft Word, cerchi non finiti che ci sorridono dalle pareti, fino al video The Drift, sorta di documentario sull’arte da tv di servizio pubblico, le cui informazioni abbiamo però davvero poche chance di decodificare.