«(…) Pujia Veneziano ha compreso che quelle strutture proto-geometriche di anni fa potevano convivere con quella smania di libertà, a volte convulsa e perfino affrettata, con cui egli intende racontare al mondo la sua pittura. Soltanto la sua costanza, la disciplina, l’attaccamento ai principi della storia dell’arte hanno potuto perettergli una condizione di ebrezza lirica contenuta dentro il piano mistico dell’opera» afferma Alessandro Masi, curatore di Segni_Tempo_Spazio, personale di Antonio Pujia Veneziano al Castello Ducale di Corigliano Calabro.
In occasione della prima antologica dell’artista, sono state esposte opere significative del suo excursus: circa cinquanta lavori tra disegni, ceramiche e pitture, che ripercorrono i cicli tematici affrontati da Pujia dagli anni Ottanta ad oggi, che mostrano la natura segnico-gestuale del suo fare. Segno e materia, ma anche luce, ombra e colore, caratterizzano una ricerca volta ed estrinsecare l’interiorità dell’artista. Ogni lavoro è così un sistema complesso che vive dell’unità di significato e significante, di referenza e referente, giacché proprio l’interiorità manifesta è quel contenuto che il fruitore deve (e può) decodificare.
Difatti, osservando i disegni, le ceramiche e le pitture in mostra, il pubblico giunge alla graduale consapevolezza che quel significato – o contenuto – , dunque la comprensione della ricerca dell’artista, è già l’oggetto stesso, cui il significato rimanda.