Il mondo è ormai consapevole dell’incredibile velocità alla quale la Cina si è sviluppata negli ultimi venti anni. Nonostante le aperture del paese in economia e i passi avanti sul fronte dei diritti civili, l’ultima generazione di artisti cinesi è costantemente contrastata dagli ideali della generazione precedente, con pressioni molto intense da parte di una società in impaziente corsa verso la produttività e la prosperità. Insomma, una generazione di artisti a cavallo tra storia e futuro, come nessuna prima d’ora. La pratica artistica di Song Kun è consistita, negli ultimi anni, nella decostruzione e analisi critica del proprio sistema di valori. I dipinti esposti in Seeking the Recluse but Not Meeting rappresentano la continua ricerca di riconciliazione e armonia in un mondo caotico, in cui la spiritualità soccombe al consumismo e l’integrità si arrende all’opportunismo.
Il titolo si ispira a un poema di Jia Dao (779 – 843 a.C., Dinastia Tang), nel quale il poeta cerca un Maestro che vive come un eremita sui monti, sa di essergli vicino, ma non riesce a trovarlo. Chiara metafora della ricerca di un senso, nei tumulti della quotidianità. La mostra, in apertura alla Walter Maciel Gallery di Los Angeles il 12 Settembre alle 18:00 alla presenza dell’artista, si concluderà il 31 Ottobre.