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Salvatore Arancio. L’aria di Casa Jorn fa bene alla mente

L’aria di Casa Jorn fa bene alla mente.  Si può vistare questo luogo sulla collina dei Bruciati, che fa parte del circuito del MUDA Museo Diffuso Albisola (SV) per avere un’idea di ciò che fu questa parte d’Italia tra la metà del 1950 e il 1970 rispetto all’arte contemporanea, nonché fruire degli spazi, delle opere e degli oggetti lasciati da Asger Jorn in dono al Comune ligure. 

Questo luogo ha continuato a fungere da nido creativo accogliendo l’artista Salvatore Arancio su invito di Luca Bochicchio, direttore del Museo e curatore del progetto di residenza e produzione che ha preso avvio nel 2017.  Il terrazzamento che ospita il giardino dell’abitazione e dello studio di Jorn è ricco di concrezioni in cui si mimetizzano cristalli, conchiglie, lacerti ceramici, frammenti marmorei: un magma solidificato, una specie di cambusa visiva che sembra mimare, nella sua paradossale fissità, lo scorrere del tempo della ricerca. Da qui si è mosso il plasmare di Salvatore Arancio, in un gioco conscio nei confronti delle istanze proposte dalla creatività di Jorn: le sculture in ceramica concepite e realizzate durante la sua residenza sono evidentemente intrise del luogo, che è servito come una gigantesca matrice da cui trarne forme.

Le opere sono attualmente visibili in quello che fu lo studio dell’artista danese, sebbene alcune di queste sculture siano state allestite in un primo momento all’esterno, nel giardino, in stretta correlazione con il progetto di arte totale che Jorn ha realizzato. Per ciascun luogo in cui ha installato una scultura, Salvatore Arancio ha chiesto ai curatori dell’Associazione Amici di Casa Jorn (che di fatto rendono possibile la visita, tenendo aperta la proprietà) di creare una storia verosimile ma fantastica  da offrire ai visitatori, a partire dagli oggetti o piante presenti in prossimità dell’installazione temporanea. Il banano, la grotta e le conchiglie sono state le fonti di ispirazione per le storie che saranno integrate nel catalogo come corollario essenziale del progetto.

Le teche che ospitano le sculture fino alla fine dell’esposizione sono state concepite come dei cabinets classificatori, la loro realizzazione (Officina 900), come quella del terzo fuoco (Nuova Fenice di Barbara Arto) e delle smaltature (Ceramiche San Giorgio) evidenzia uno degli aspetti più interessanti della mostra: quello di far rivivere l’innesco fra progetto artistico e maestranze del posto, valorizzando l’esperienza di collaborazione tra le manifatture locali e gli artisti come succedeva nel secolo scorso, e sperimentare, come nel caso di Officina 900, la costituzione di un centro creativo che ha al suo interno diverse figure come i ceramisti di Albisola, Savona e Sassello; i lavoratori e decoratori del vetro di Savona e Millesimo; fotografi, grafici, incisori e designer; artisti del legno e del metallo, scenografi e scenotecnici, fino a spingersi a carrozzieri e aerografisti operanti tra Arenzano ed Albisola.

Anche il titolo della mostra è il frutto di collaborazione: nato a seguito dei numerosi confronti fra artista e curatore,  Like a Sort of Pompeii in Reverse è una citazione estrapolata dal testo di Guy Debord contenuto nel libro postumo di Jorn Le Jardin d’Albisola, realizzato da Ezio Gribaudo, artista ed editore torinese, di cui si è da poco concluso un tributo per i suoi novant’anni a Casa Museo Jorn, con una bella mostra di inediti in ceramica curata da Stella Cattaneo e Daniele Panucci. Come a dire, da soli si arriva prima, ma insieme si fa molta più strada. 

Salvatore Arancio – Like a Sort of Pompeii in Reverse

a cura di Luca Bochicchio

CASA MUSEO JORN

Via Gabriele D’Annunzio 6-8 (località Bruciati)

Albissola Marina (SV)

orari: martedì 9-12; giovedì 15-17; sabato e domenica 10-13 e 16-19

fino al 22 settembre 2019

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