Milano. Ieri, lunedì 16 aprile, Franco Mazzucchelli ci ha accompagnato nella passeggiata attorno alla sua opera: Salvami/Andata-Ritorno che, a partire da Piazza Gluck percorre la galleria passante sotto la stazione, fino ad arrivare al Memoriale della Shoah. Salvami si compone di un gonfiabile in PVC ancorato all’asfalto da strutture temporanee di cubi di cemento grigio che contrastano con la sua leggerezza e levità. Il lungo tubo bianco gioca ad entrare e uscire dall’asfalto e in tre punti si gonfia in grandi sfere morbide (tra 1,50 e 2’5 metri di diametro). Il luogo d’arrivo non è casuale, Franco Mazzucchelli lascia il morbido condotto contenente aria – e non gas – in balia dei passanti che, diversamente da ciò che rappresenta il Binario 21, sono invitati a prendersi cura dell’opera e a riflettere sulla responsabilità che abbiamo verso il prossimo.
Il progetto, presentato in occasione del Salone del Mobile di Milano da Cramum, associazione Gruppo Ferrante Aporti Sammartini, Ventura Centrale, con il supporto di Fondazione Cure Onlus, Municipio 2 Milano e in collaborazione con il Museo del Novecento, non ha alcun fine economico o pubblicitario, come molti progetti dell’artista che sin dagli anni Sessanta si pone contro la mercificazione dell’arte e la sua costrizione all’interno di luoghi prestabiliti, anche in questo caso mira alla responsabilizzazione del cittadino verso l’arte. In una città come Milano, dalla facciata aperta e inclusiva, ma spesso intollerante e inospitale, Franco Mazzucchelli prova a ‘salvare’ il cittadino: salvando l’arte salveremo noi stessi.
Il titolo e l’intento non sono una novità nella poetica dell’artista, difatti un’opera omonima si trova nella mostra Non ti abbandonerò mai in corso al Museo del Novecento a cura di Sabino Maria Frassà e Iolanda Ratti, in cui sono esposte opere realizzate dal Maestro dal 1964 al 1979.
L’opera occuperà lo spazio urbano fino al 22 aprile, anche se il curatore Sabino Maria Frassà mostra le sue prime perplessità circa la durata dell’intervento già dalle prime ore, in ricordo del vandalismo aggressivo scatenatosi nel novembre 2015 contro l’opera posta all’ingresso dello Studio Museo Francesco Messina, che costrinse artista e curatore a smontarla e ritirarla. Chi sa se questa volta il grido d’aiuto (Salvami) sarà ascoltato.