La Galleria Massimo Minini di Brescia inaugura sabato 23 gennaio Giocatori di perle la personale di Sabrina Mezzaqui.
SABRINA MEZZAQUI lavora in casa, non in studio, sulle colline bolognesi, a pochi chilometri dalla Vergato di Ontani e dalla Grizzana di Morandi. Anche loro lavoravano in casa, forse una caratteristica dei luoghi. Sabrina lavora seduta al tavolo, taglia, incide, piega, infila, pensa e guarda fuori dalla finestra. Il mondo le passa davanti, sempre mutevole, e lei lo osserva, non credo lo studi: lo vive, piuttosto. C’è molta manualità nel suo lavoro, una volta pensato. C’è molto da fare, il tempo sembra addensarsi. Il suo stesso lavoro è la misura di tutto il tempo di cui l’artista dispone. La vita che passa e che il lavoro scandisce, come la geometrica ripetizione di una litania dalle minime varianti impercettibili. Ed intanto l’artista guarda fuori dalla finestra, questo suo piccolo schermo privato sul grande mondo che le fa visita, e la saluta, ammiccando. Lei risponde al saluto: una conferma del rapporto che non è solo da fuori a dentro, ma anche nell’altro senso. E così Mezzaqui canta il mondo che le appare e come le appare, e lo descrive con quei mezzi moderni che la tecnica mette a disposizione degli artisti, come ieri la pittura ad olio per Van Eyck, così oggi il video per i contemporanei