Realizzata in stretta collaborazione con l’Estate e la Roy Lichtenstein Foundation e pubblicata in occasione della grande esposizione torinese, la monografia presenta una straordinaria selezione di oltre duecento opere su carta del maestro americano provenienti autorevoli musei come la National Gallery di Washington, il Museum of Modern Art e il Whitney Museum di New York, l’Art Institute di Chicago e da collezioni pubbliche e private europee e statunitensi.
Dedicato alle opere su carta che rappresentano la parte più privata e poetica della produzione di Roy Lichtenstein, il volume offre una prospettiva unica per conoscere e apprezzare il lavoro di questo artista attraverso l’Opera prima, ovvero le idee primigenie, fonte di ispirazione di opere che in un secondo tempo sono divenuti i grandi capolavori internazionalmente noti. Alle opere su carta vengono affiancati alcuni grandi dipinti e sculture, oltre a una ricca selezione di materiale fotografico che documenta l’artista al lavoro.
Il volume comprende i testi di Danilo Eccher (Opera prima), Dorothy Lichtenstein (Il disegno come origine), Bernice Rose (Il disegno come “proiezione”), Jack Cowart (I disegni in bianco e nero di Lichtenstein), Thomas Zacharias (Lichtenstein disegna) e Andrea C. Theil (I quaderni di schizzi di Roy Lichtenstein), la cronologia (a cura di Clare Bell) e l’elenco delle esposizioni in Italia.
«Per Roy disegnare era l’essenza dell’arte. Ne ricercava e ne vedeva ovunque le potenzialità: nelle opere degli altri, nella pubblicità, nel design e nella decorazione, e alla fine le trovò perfino nei fumetti, l’espressione artistica in assoluto più svilita. […] Dopo aver terminato i primi dipinti ispirati ai fumetti, mi confidò di averli trovati talmente diversi dall’arte con cui era cresciuto da dover lavorare su di sé per superare il suo stesso giudizio. La loro forza, però, era così dirompente che, mi disse ancora, non poteva più tornare indietro. Si rese conto che, cambiando qualche tratto e riorganizzando appena la composizione, in altre parole ridisegnandola, qualsiasi immagine poteva essere trasformata in una vera opera d’arte. Tanta era la forza di una linea o di un segno posizionati correttamente sulla carta.
Il disegno è stato primario in tutto il suo lavoro. Per ogni opera, dipinto, stampa, poster o scultura che fosse, Roy partiva sempre da un disegno. […] All’inizio degli anni sessanta produsse una serie di disegni a matita che non erano studi per la realizzazione di dipinti ma opere in sé. […]
Con le sue immagini Roy ha riempito taccuini, quaderni di carta fiorentina finemente rilegati, blocchi per appunti e pezzi di carta, modificandole continuamente finché non ne era soddisfatto. Solo allora poteva passare al dipinto o alla scultura. Quei piccoli disegni erano la base del suo lavoro, il punto di partenza del processo, tanto che spesso li riportava sulla tela. Credo che quelle prime “concettualizzazioni” incarnino l’integrità dell’arte di Roy.»
Dorothy Lichtenstein
La mostra: Torino, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, dal 27 settembre 2014 al 25 gennaio 2015