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Rosemarie Trockel – Plus Quam Perfekt

Sia il tedesco che l’inglese utilizzano il trapassato prossimo per descrivere un momento anteriore a un altro nel passato. La coniugazione del verbo essere in “era stato”, restituisce l’idea di un’ulteriore distanza temporale e riassume la relazione tra i soggetti e le loro azioni precedenti.

Rosemarie Trockel
Rosemarie Trockel, Studio Visit, 2017, glazed ceramic, 24 x 20 x 2.

Il titolo dela mostra personale di Rosemarie Trockel riprende la parola tedesca Plus Quam Perfekt in questa particolare accezione grammaticale, e comprende fotografie, ceramiche e sculture realizzate negli ultimi dieci anni dall’artista, che abbraccia questa grammatica dello straniamento materializzandola in bellezza austera. La mostra si apre con una riflessione sul tempo nell’opera Clock Owners, una teca contenente nove maschere in ceramica bianca accuratamente disposte in fila, il cui stile varia dal butterato e pittoresco all’esplicito e il riduttivo, passando dall’atmosfera comico-grottesca a quella funebre.

Proprio sopra Clock Owners è appeso Studio visit, uno dei quattro specchi in ceramica presenti in mostra. La sua superficie nera e lucida, ma irregolare restituisce un riflesso scuro e distorto allo sguardo dell’osservatore. Uno specchio potrebbe essere definito l’esatto contrario di una maschera: se il primo ci rende spettatori di noi stessi, il secondo fa scomparire il soggetto dietro una protesi. Lo specchio nero, chiamato anche Claude Glass, in omaggio al paesaggista Claude Lorrain, era un congegno ottico del XVIII secolo dotato di uno specchio convesso e colorato che attribuiva al paesaggio catturato una tonalità delicata e dorata simile a quella dei paesaggi di Lorrain, trasformando già allora la natura in arte. Studio Visit ritorna al pittoresco storico e allo stesso tempo al presente evocando l’esteriorità luminosa di uno schermo smartphone. Nel saggio Art and Objecthood del 1967 il critico modernista Michael Fried lanciò una polemica ai Minimalisti affermando che “la presenza è eleganza” e che dunque l’immersione nella forma astratta trascenda l’ordinarietà e la consapevolezza del corpo. Trockel rovescia i principi di questo dibattito storico ormai esaurito da tempo, rendendo l’eleganza del passato addirittura perfetta.

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Recensione di Chloe Wyma per ArtForum della mostra alla Galleria GLADSTONE 64 di New York dal 13 settembre al 28 ottobre. Articolo originale / Original article.

Traduzione di Sara Boniello.

© Artforum, October 2017, “Rosemarie Trockel,” by Chloe Wyma.

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