La fascinosa cornice della Chiesa di San Francesco al Corso-Museo degli Affreschi “G. B. Cavalcaselle” ospita Roberto Pugliese. La Finta Semplice a cura di Valerio Dehò.
L’intervento di Pugliese trae ispirazione dalla vita e dall’opera di Wolfgang Amadeus Mozart: La Finta Semplice vuole dunque essere un hommage all’altissimo genio del salisburghese ma soprattutto una meditazione sulla vocazione dell’artista-innovatore e maieuta, sempre prodigiosamente –ed arditamente- in anticipo sul sentire dei coevi.
E’ lo stesso Pugliese ad esplicitare l’input che sottende al proprio fare artistico: “ Sebbene nel secolo scorso il linguaggio musicale si sia arricchito della dissonanza e di un interesse al timbro mediato da nuove possibilità strumentali e dall’utilizzo del mezzo elettronico, oggi come allora il pubblico ha difficoltà ad accogliere il “nuovo”. Ma è solo grazie a compositori innovatori come Mozart che oggi esiste un’idea comune di musica. Il dovere del compositore odierno è quello di guardare altrove utilizzando i mezzi a sua disposizione e di allargare le prospettive dell’ascolto anche se queste vanno oltre l’accettazione comune. La concezione di musica e delle arti tutte è mutata e sempre più frequenti sono i fenomeni legati alla loro commistione che ha aperto la strada verso la plurimedialità”.
Nel dipanarsi degli ultimi anni Pugliese ha fatto fibrillare delle proprie sonorità ipnotiche e disambiguanti speaker audio e strumenti ad arco, tronchi di castagno cavi ed ampolle ricolme di alchemici fluidi, sempre teso ad un’assoluta libertà di ricerca di media e di invenzioni. La poetica di Roberto Pugliese si è nutrita dei lieviti della Sound Art e dell’Arte Cinetica e Programmata: tali moventi si evolvono altresì in un’innegabile necessità di superamento delle coercitive gabbie dei generi artistici tradizionalmente intesi, sortendo esiti nuovissimi e meta-linguistici. Materia e suono si commettono; spazio e tempo acquisiscono la medesima sostanza d’arte e s’evolvono nell’intuizione di una personalissima gesamtkunstwerk.
Scrive a tal proposito Dehò: “L’installazione di Pugliese nella Chiesa di San Francesco al Corso prosegue il discorso dell’artista sulla “musica da vedere” e sul rapporto tra l’immaginario visivo e quello sonoro, sulle derive e confluenze che ormai caratterizzano il mondo contemporaneo. Compositore di musica elettronica e performer, Roberto Pugliese ormai ha una sua fisionomia ben definita nel panorama della ricerca tra arte e musica. Le sue installazioni site specific mettono insieme universi sonori diversi espressi con un impatto visuale di grande emozionalità, che riesce ad esprimere la complessità dell’elaborazione progettuale. L’artista segue tutte le fasi di elaborazione concettuale e di realizzazione tecnica dei lavori. Per questo Pugliese è un artista che riesce perfettamente ad integrare la plurimedialtà in un ambito di forte percezione e d’immediatezza fruitiva”.
Per il complesso museale “G. B. Cavalcaselle” alla Tomba di Giulietta Roberto Pugliese realizza due installazioni. La prima, Unità Minime di Sensibilità, è una cascata di speaker audio: essa si colloca nel chiostro dell’ex-monastero francescano intessendo un ductus continuo e sorprendentemente armonico con la fitta vegetazione che invade i capitelli e gli archi a tutto sesto. Pertanto non un’irruzione, bensì una presenza vitale ed eterodossa che si compagina sapientemente e satura la spazio. La compenetrazione con l’intorno non è solamente di natura visiva ma – rigorosamente – anche acustica. La presa del dato fenomenico (luce, umidità, temperatura, pressione atmosferica) trasfigura attraverso l’utilizzazione di un software in quelle sonorità che di certo costituiscono la peculiarità più computamente appartenente alla già matura cifra di Pugliese. Uno studio dal vero naturale (mi si conceda l’espressione) rinvigorisce così un’interpretazione modernissima ed assolutamente perspicua dei valori di mimesis.
La leggiadria dinamica di Unità Minime di Sensibilità s’addensa con superbo senso plastico nel secondo intervento di Pugliese, ubicato nella Chiesa di San Francesco al Corso: La Finta Semplice, K51, ove il richiamo mozartiano s’afferma esplicitamente. Quattro violoncelli, quattro violini, quattro viole, quattro contrabbassi tesi su cavi d’acciaio (che ci appaiono saettanti come lame sottili) generano un’architettura installativa ammirabile per perfezione formale ed eurythmia. Raffinatissimo il dialogo con le sontuose tele vibranti di colore e di luce che costituiscono alcuni dei raggiungimenti più insigni della pittura scaligera. Il preziosissimo scrigno di San Francesco al Corso si trasforma in un golfo mistico ove l’orchestra virtuale di Pugliese riproduce una partitura composta ad hoc dall’artista, che ancora una volta imprime nello spettatore un corto-circuito-sinestetico.
Roberto Pugliese. La Finta Semplice è stata presentata da ASLC progetti per l’arte, in occasione della dodicesima edizione di ArtVerona: la mostra, realizzata in collaborazione con i Musei d’Arte e Monumenti del Comune di Verona, diretti da Margherita Bolla, Veronafiere e Studio la città, si è inserita tra i collateral che ogni anno la fiera promuove in città in concomitanza con la manifestazione.
Fino a domenica 8 Gennaio 2017.
Photo by Michele Alberto Sereni – Courtesy Studio La Città Verona
Roberto Pugliese nasce nel 1982 a Napoli, città dove consegue la laurea in Musica Elettronica presso il Conservatorio San Pietro a Majella. Tra le sue mostre più significative ricordiamo: Concerto per Natura Morta al MUSE di Trento (2014); Emergenze acustiche, Tenuta dello Scompiglio, Vorno, Capannori, Lucca (2013); Gervasuti Mix, omaggio a Cage, Gervasuti Foundation, Venezia (2012); Noise, Ex Magazzini di San Cassian, Venezia-Evento collaterale alla 55° Biennale d’Arte, Venezia (2013); Aritmetiche architetture sonore, Studio la Città, Verona (2012). Di recente gli è stato conferito il prestigioso secondo premio Fondazione VAF presso MACRO Testaccio di Roma e una menzione d’onore per sound art e musica nella manifestazione Ars Electronica di Linz.