Sono le Gole di San Venanzio a Raiano, in provincia dell’Aquila, uno spaccato incantevole di natura e storia, lo scenario che accoglie le opere di Emanuela Ascari, Daniela Di Maro, Licia Galizia, Gino Sabatini Odoardi e Giacomo Zaganelli, chiamati a lasciare un segno creativo e poetico in questo squarcio di territorio che si snoda lungo le sponde del fiume Aterno.
L’operazione è semplice ma al contempo ricca di pensiero. Se da un lato, è prassi oramai consolidata il dialogo arte-natura, dall’altro questo non smette mai di essere attuale, cercando continuamente nuovi stimoli nell’agire e interagire dell’uomo con il territorio. E Rito, storia e preghiera è il concept della seconda edizione di AiR – Arte in Riserva curata da Ivan D’Alberto, che ha portato i 5 artisti ad immergersi in questo luogo traendo da esso ispirazione per i rispettivi interventi, uniti da un comune senso di “azione rituale”.
È Gino Sabatini Odoardi ad accogliere il visitatore alle porte del parco, con un’opera che sembra quasi un piccolo totem dove è contenuta una delle sue classiche termoforature in polistirene. Un fazzoletto/tessuto piegato che idealmente ricorda le scanalature delle pietre di montagna, metafora di bellezza quasi eterea cui alla solidità della materia si contrappone una celata fragilità, proprio quella del luogo che l’accoglie. Si prosegue con l’opera di Licia Galizia, il cui intervento, che ricorda le sue tipiche “carte mobili”, vede adagiarsi sulle acque del fiume elementi di alluminio in grado di adattarsi naturalmente all’ambiente. Giacomo Zaganelli incide invece una scritta sulla pietra, lavoro in continuazione con la sua Mappa dell’Abbandono, un segno vitale della presenza dell’uomo lungo questo cammino silenzioso e solitario. Infine Emanuela Ascari, consegna ai visitatori un semplice bastone per camminare, inseparabile compagno di chi vive la montagna, ma anche antico strumento portatore di significati simbolici fra magia, religione e vita contadina, mentre Daniela Di Maro segna il sentiero con 7 piccole bussole, che oltre a indicare la strada al viandante, segnalano una possibile direzione di vita da seguire, che si identifica nel recupero di quel dato lirico, che la natura stessa suggerisce e oggi troppo spesso dimenticato, segnalato dalla presenza di brevi frasi, vere e proprie piccole poesie.
Quando l’arte riesce ad avvicinare l’uomo al territorio, e quando essa si mette generosamente a disposizione di tutti, ben vengano operazioni di questo tipo. Il progetto, promosso dall’Associazione “Terre Colte”, in collaborazione con il Comune di Raiano e l’Ente gestore della Riserva, in questa sua seconda edizione sembra essersi arricchito ulteriormente nella direzione della realizzazione di un vero e proprio Parco d’Arte Contemporanea all’interno della Riserva Regionale, che ci auguriamo con il tempo possa diventare richiamo per un turismo sensibile alla bellezza, naturalistica e artistica.