René Magritte e la moglie Georgette non ebbero figli – questo tipo di produzione non era al primo posto dell’agenda surrealista – ma tennero uno zoo di animali domestici, con cani, gatti e i tanto amati colombi. In una delle più belle immagini di questa mostra, piccola ma di valore museale, in cui si presenta la poco conosciuta fotografia di Magritte, vediamo Georgette in posa contro un fondo scuro: le braccia sono alte e incrociate davanti al petto, due uccelli sono appollaiati sulle sue mani.
La foto di Magritte, Le rendez-vous, Bruxelles, 1938, si nutre dello stesso spirito giocoso e della stessa suggestione magica che caratterizza la fotografia surrealista nel mondo. Ci si chiede se Magritte prendesse sul serio le sue foto o i suoi film. Le considerava poco più che materiale da album di famiglia, esperimenti divertenti da fare con gli amici, o uno strumento per documentare le fasi di lavoro dei suoi dipinti? Fotografò per tutta la vita ed entusiasticamente nell’ultimo decennio utilizzava una cinepresa 8 mm. Ma è solo negli anni Settanta, quando fu ritrovato un fondo di lavori fino ad allora sconosciuto, che le fotografie e i film di Magritte furono riscoperti e si è cominciato a studiarli.
È stato un processo lento, con un’accelerazione rapida negli ultimi tempi. L’estate scorsa, una galleria pubblica australiana ha organizzato un’ampia mostra dal nome The Revealing Image in cui con 132 fotografie e 8 film si è cercato di riconsiderare l’intera valutazione storica dell’artista. Questa mostra, al contrario, è decisamente intima, con solo 26 fotografie e nessun film. Il taglio è snello e la sequenza procede spedita: dall’autoritratto René Magritte fumant une cigarette del 1914 si passa a un paio di stampe solarizzate del 1928 – L’espion e L’usage de la parole – e si arriva a collaborazioni più tarde, degli anni Cinquanta e Sessanta. La valutazione che Magritte fece di se stesso può essere stata corretta, ma i lavori presentati in questa mostra ci rivelano che l’arte cui si dedicò nel suo tempo libero fu proprio formidabile.
Articolo originale apparso su
© December 2017, “René Magritte,” by Kaelen Wilson-Goldie.
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Traduzione di Cristina Rosati