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Pop Porno: a Firenze la mostra Collector’s Choice curata da un giovane collezionista

Volendo concedersi un tuffo non particolarmente remoto, pur trattandosi di cinquant’anni fa, nella storia dell’arte per riflettere un momento e per rifarsi gli occhi, utile e puntuale può risultare l’osservazione di “A Bigger Splash” di David Hockney, indubbiamente accessibile con qualsivoglia motore di ricerca nel mare telematico. Sorvolando sul soggetto, particolarmente invitante in questo periodo afoso, l’opera dell’artista inglese è emblematica sotto molteplici aspetti, influenzata dalla tecnologia a buon mercato dell’epoca (la Polaroid) e raccogliendo il testimone di una tradizione pittorica decadente, ormai schiava dell’immagine iconica, che vide, parlando del circuito anglofono, in Edward Hopper l’ultimissimo baluardo simbolista, casualmente scomparso un mese prima della realizzazione (giugno 1967) di “A Bigger Splash”. Senza retorica, perdonando il gioco di parole, il quadro di Hockney rappresenta uno spartiacque tra due epoche artistiche annunciando la rottura che hanno comportato certe configurazioni contemporanee.

Bene augurarsi la medesima energica sferzata alla mostra in atto presso la galleria Eduardo Secci in Firenze, “Collector’s Choice”, se non altro per l’originalità del format a queste latitudini: piuttosto raro trovare nella nostra penisola una mostra curata dallo stesso collezionista degli artisti rappresentati, con questo grado di professionalità. Visitabile fino al 1 settembre 2018, la scelta espositiva è stata affidata per questa occasione alla gestione di Claus Busch Risvig, giovanissimo esperto danese, il quale, con genuino distacco e gusto middle europe, porta in scena una collettiva molto più sofisticata di quanto il suo ruolo interessato e le forme Pop non suggerirebbero. Anzitutto la scelta di nomi dal curriculum di tutto rispetto e “osservati speciali” nel panorama internazionale: Luca Pozzi (1983, Italia), Martin Lukac (1989, Slovacchia), Ricardo Passaporte (1987, Portogallo) e Kristian Touborg (1987, Danimarca). Tuttavia questa selezione risulta scontata se riflessa dal compito di un collezionista, basilarmente portato ad un’omogeneità dettata dal proprio gusto; la vera particolarità la riveste la linea curatoriale, concentrata sul tema dell’immagine nell’epoca post-internet e affidata ad una narrazione visiva semplice ma esponenziale con grande riguardo per la spazio galleristico, che non viene “riempito” bensì qualificato. Ne risulta una campitura esteticamente figlia di instagram e virata sul blu, marcando una nota liquida in odor di Bauman ma senza negare il citazionismo impressionista specialmente nelle opere di Touborg, assemblaggi multisensoriali da parete, paesaggi dello stagno digitale e caotico odierno, evocanti quei blog in voga una decina di anni fa, inzuccherati di .gif e di glitter. Se la reiterazione mimetica di Lukac (debitrice di Basquiat e De Kooning) deve ancora giungere a maturazione, soprattutto plastica, piena padronanza si osserva nell’installazione di Pozzi, cultore del motto leonardiano “L’Arte è Scienza”, proponendo un curioso connubio tra il Pop e l’Arte Povera (o meglio, a buon mercato) con spiccata coscienza critica. Risalta, infine, la cifra ironica dell’iberico Passaporte, rinfrescando quella lezione transavanguardina (si pensi alle insegne di Mario Schifano ma anche alla pittura metaforica di Francesco Clemente) riprende ed enfatizza quell’immaginario effimero, attuale, banalizzandolo in forma seducente con colori pastello resi a sbrigativi tocchi ed ammiccando alla nostra natura più becera e volgare, sedata dalla visione di soggetti inespressivi: una pornografia educata.

 

COLLECTOR’S CHOICE

MARTIN LUKAC, RICARDO PASSAPORTE, LUCA POZZI, KRISTIAN TOUBORG
A CURA DI CLAUS BUSCH RISVIG
5 LUGLIO – 11 AGOSTO / 2018

La è mostra è stata prorogata, quindi sarà visibile ancora dal 27 agosto al 1 settembre 2018

Eduardo Secci Contemporary

Piazza Carlo Goldoni 2
50123 Firenze – IT
T. (+39) 055 661356
gallery@eduardosecci.com
www.eduardosecci.com

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