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Pensare la quercia. Gianfranco Baruchello | MACRO | Roma

 

Gianfranco Baruchello, Come la quercia, installazione, MACRO Roma 2015 courtesy Fondazione Baruchello
Gianfranco Baruchello, Come la quercia, installazione, MACRO Roma 2015 courtesy Fondazione Baruchello

Dal 9 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016, nel cortile del MACRO di Roma in Via Nizza, è possibile ammirare Come la quercia, un’opera di Gianfranco Baruchello realizzata per L’albero della cuccagna – evento curato da Achille Bonito Oliva- che prevede la partecipazione di più di trenta artisti italiani e internazionali, le cui opere hanno occupato altrettanti musei in tutta la penisola. 

L’opera di Baruchello si estende su una piattaforma in legno di 25 metri quadrati all’interno della quale l’artista ha realizzato quello che è stato definito un “giardino-pensatoio” in cui è possibile immaginare uno spazio diverso, un luogo in cui le logiche di produzione standardizzata e la velocità che la caratterizza non solo non sono presenti ma, forse, addirittura rifiutate.
Lo spazio è stato completamente ricoperto di terra e funge da base a tutta l’installazione. Si tratta di un intervento composito legato alla sfera del pensiero umano: un letto, luogo del riposo, del pensare e del riflettere, del sonno e del sogno; un comodino con sopra una penna e un’agenda aperta con dentro delle piccole bottiglie di vetro che ospitano al loro interno alcune frasi legate all’onirico e al sogno; dei video incentrati sui dettagli vegetali e su estratti di quotidiani; due querce, una viva e la sezione di una ormai secca.

In generale, l’attenzione nei confronti del “piccolo” è un elemento sempre presente nelle opere di Baruchello ed è spesso opposto al “grande”, in riferimento a tutto ciò che schiaccia l’uomo sotto un peso insostenibile.
Nei video vengono mostrate le foglie, i rami, i fiori e un tronco secco: tutto è ripreso molto da vicino, proponendo un’analisi dei dettagli che aiuta a comprendere la vita degli elementi vegetali. Emerge una contrapposizione tra la velocità innaturale con cui si sviluppa la vita umana e la lentezza con cui le piante vivono la propria esistenza, caratteristica enfatizzata da un movimento di macchina piuttosto rallentato.
Gli altri video presentano soggetti diversi: uno mostra da vicino le boccette situate nel comodino in modo da consentire allo spettatore di leggere i pensieri racchiusi al loro interno; l’altro è una ripresa molto lenta di numerose foto di quotidiani che ritraggono la condizione disperata dei migranti che cercano di raggiungere le coste europee. La placida lentezza del video si contrappone alla concitazione che le immagini ritratte suggeriscono. Allo stesso modo, l’atmosfera pacifica dell’”oasi” dedicata al pensiero, si tinge, per contrasto, di nuovi significati.
Ma, avvicinandosi all’opera di Baruchello, si è attratti dall’elemento cui il titolo, Come la quercia, si riferisce: la quercia viva di sei metri, un albero maestoso contrapposto ad un altro elemento vegetale, ossia la sezione di un tronco di una quercia centenaria ormai morta. Questi due alberi, con le loro caratteristiche, a tratti simili e a tratti opposte, situati ai lati del letto della riflessione, sembrano suggerire diverse possibilità di pensare la quercia e, forse, di pensare la vita.

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