Azioni iniziate nel passato per essere concluse nel presente trascinandosi con sé memorie e sensazioni di cui ne rimane solo una nostalgica assenza. Tale melanconica privazione è il concetto su cui ruota “Past Continuos” di Alberto Torre Hernández, mostra a cura di Francesco Paolo del Re e Sabino de Nichilo, visibile presso i domestici vani di Casa Vuota.
Un progetto site-specific ideato dallo spagnolo fin dal 2016 e che ben si sposa con l’intimità di questa location, colma di reminiscenze abitative stratificate nel corso del tempo e che riecheggiano nei singoli ambienti che accolgono le opere dell’artista.
Alberto Torre Hernández (Siviglia, 1984) si forma a Madrid, Siviglia e Londra, città in cui vive e lavora da ben dieci anni e dove si specializza in Belle Arti presso il Chelsea College of Arts.Ha partecipato a mostre significative come BP Portrait Award 2013 presso la National Portrait Gallery di Londra e la Summer Exhibition 2013 presso la Royal Academy of Arts di Londra, dove è stato vincitore del prestigioso British Institution Award. Alcuni suoi lavori sono presenti nella Soho House Contemporary Art Collection di Londra e nelle collezioni del MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia di Roma e della Prefettura di Mairena del Alcor di Siviglia.
Partendo dalla nozione espressa dal tempo inglese Past Continuous Alberto elabora una serie di opere figurative caratterizzate dalla presenza di soggetti maschili che mai si volgono verso lo spettatore, eliminando quell’invito a partecipare alla rappresentazione rivolto all’utente che ebbe Edouard Manet come precursore. Infatti, obiettivo ultimo del pittore è riflettere sull’introspezione. Qui la corporalità della materia svanisce per lasciare il posto a membra paragonabili ad ombre inconsistenti e prive di carne. La sottile meditazione che soggiace al di sotto dei singoli ritratti è, infatti, incentrata sulla relazione con le persone care, compagni di viaggio con cui condividiamo parte della nostra esistenza. Momenti del quotidiano rapporto tra artista e modello sono rivelati all’osservatore tramite immagini ripetitive che, quasi come un esorcismo, trasformano il personaggio raffigurato in un oggetto poiché, come afferma Alberto Torres Hernández, il suo «lavoro s’incentra sull’assenza del modello una volta andato via. Non sono interessato alla fisionomia ma al suo ricordo e, appunto, alle tracce che il modello deposita dentro di me dopo aver posato». La figura dell’individuo è accompagnata da piccoli gesti che suscitano emozioni vissute oppure da oggetti di varia tipologia: dagli specchi che riflettono familiari fisionomie a libri depositari di vicende passate. Ogni singolo dettaglio rappresentato narra remoti ricordi dando luogo ad una sorta di flusso di coscienza che riemerge e si sviscera tra i quadri ad olio, i disegni a matita e l’installazione ambientale. Quest’ultima, situata nell’ultima stanza ed intitolata Nell’atelier dell’artista (ricamo su cotone, dimensioni variabili, 2018), è la summa di tutta l’esposizione nonché ultimo lavoro prodotto daAlberto. Bianchissime lenzuola ricamate a mano e stese come bucato appena lavato richiamano lavori tradizionalmente femminili evocando nuovamente nessi ed interconnessioni tra due protagonisti: il pittore ed il suo modello. La loro distanza, ideale ed al contempo concreta, rende tangibili difficoltà e divergenze celate impresse nel leggiadro telo svolazzante, complicanze che troveranno una soluzione solo con il reperimento di familiari chiavi perdute.
“Past Continuous” di Alberto Torre Hernández
a cura di Francesco Paolo del Re e Sabino de Nichilo
fino al 23 settembre 2018
Casa Vuota – Roma
via Maia, 12 int.4A – 00175 – Roma
ingresso gratuito
Orario: visitabile su appuntamento
Info: tel. +39 392 8918793
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