Tradizionalmente studiamo l’artista come colui che osserva e poi si richiude all’interno del proprio studio per iniziare a lavorare, con pennello alla mano, sulla superficie della tela, ricorrendo alla memoria di ciò che ha visto errando per le strade. Con l’avvento dell’Impressionismo, questa modalità viene meno in favore della famosa pittura en plein air, secondo la quale l’artista dipinge direttamente sul luogo, riportando sul supporto materico direttamente ciò che ha di fronte. Nonostante questo cambiamento, nel corso del Novecento, gli artisti si sono ritrovati a dover scegliere quale modalità fosse la più consona per l’elaborazione del proprio pensiero artistico, ponendo a noi storici un’ampia varietà di tecniche esecutive da dover analizzare per poter comprendere le opere finite.
Paolo Assenza – Roma, classe 1974 – sembra, in quest’ottica, compiere un passo indietro nel tempo, concentrando il proprio lavoro sulla reminiscenza dei ricordi collezionati viaggiando. In questo modo, l’artista ha, dunque, la possibilità di interiorizzare i dettagli di ciò che ha visto, per poi rielaborarli e restituirli attraverso la propria esperienza personale. Se però in passato gli artisti creavano mondi fedeli alla realtà effettiva e solitamente riconoscibili, oggi Assenza rappresenta luoghi irriconoscibili, ma carichi di una forza evocativa che colpisce lo spettatore senza pretendere un’analisi approfondita. Il paesaggio atipico che risulta sulla tela è il risultato di un fondersi della sfera emotiva del pittore, che si è attivata nel momento dell’osservazione e del dato oggettivo che segna il profilo dell’ambiente reale.
Nella personale presso la galleria davidepaludetto | artecontemporanea (TO), le tele esposte propongono questa particolare rivisitazione di luoghi tratti da città come Torino, Roma, Dresda, Bruxelles, Istanbul e Palermo. I soggetti scelti sembrano raccontare una realtà distopica, segnata da grattacieli o montagne di rifiuti, per citarne alcuni, attraverso una tecnica pittorica che utilizza colori che sottolineano la cupezza di queste atmosfere. Il grigio prevale sulle composizioni e trasmette una sensazione straniante, che porta il visitatore ad interrogarsi sulla effettiva concretezza di questi luoghi offuscati dal tempo, come dei ricordi annebbiati. Se Assenza è stato associato all’opera di Caspar David Friedrich o William Turner per la tecnica “astratta”, in questi lavori si può constatare la sua volontà di riprendere ancora una volta questi maestri ottocenteschi, per poi restituirli in negativo (secondo il lessico della fotografia), mostrando l’altra faccia della medaglia, dove la natura florida e rigogliosa si trasforma in una realtà decadente e cupa.
“China” (2019) immortala la periferia di Torino, stereotipata attraverso la scelta del soggetto, ovvero dei grattacieli che s’impongono brutalmente sul resto del paesaggio. “Festa Pagana” (2018)lascia fuoriuscire da uno sfondo scuro delle figure, che rappresentano una barca attraccata al molo di Palermo. “Trummern berg” (2019)ritrae una montagna di rifiuti, che, se non si coglie attraverso il suggerimento del titolo in tedesco, è difficile da riconoscere in quanto tale, ma sembra piuttosto una semplice montagna che svetta in mezzo a una pianura su modello del famoso “Mont Saint-Victoire” di Cézanne. “Verso il mare del Nord” (2019) guida l’occhio all’interno della tela verso un punto indefinito grazie alla forza prospettiva di questo corso d’acqua che si perde all’orizzonte.
Decontestualizzati, questi lavori hanno accesso ai moti dell’anima del fruitore per quello che suggeriscono visivamente, ma solo dopo l’intervento della conoscenza dei soggetti è possibile entrare effettivamente nelle intenzioni di Paolo Assenza.
davidepaludetto | artecontemporanea
via degli Artisti, 10, 10124 Torino
Paolo Assenza. Appunti di viaggio
Fino al 20 giugno 2019
Info: dal martedì al sabato, 16.00 – 20.00