Sabato 16 giugno 2018, presso lo spazio espositivo della galleria DiffèrArt di Cosenza, è stata inaugurata la mostra “Kindness. L’evidenza invisibile”. Per la prima volta in Europa, sbarca l’opera dell’artista americana Olivia Mae Pendergast con una collezione di 11 ritratti che raccontano i sobborghi più poveri e sovraffollati di Nairobi con uno sguardo nuovo. Una testimonianza della forza della comunità femminile e dei legami che costituiscono una rete di rapporti familiari. Il tema del legame passa attraverso il ‘far parte’ di una comunità vivente e il ‘riconoscersi’ in essa. Lo sguardo esterno s’immerge in questo mondo caotico e disegna una mappa affettiva. Attraversa un ambiente ignoto, presentato come un inferno di miseria, e s’interroga sui propri punti di riferimento culturali. Riflette sulle differenze simboliche e coglie elementi di comunanza attraverso l’intuizione di una familiarità che affonda le sue radici nel mondo in comune delle donne. Per questo motivo, l’evidenza invisibile di Kindness si offre come l’esito di un processo creativo che tocca insieme le superfici porose dell’arte e dell’intersoggettività, intesa come relazione con l’altro. S’impongono la tenerezza, la sensibilità e la disponibilità espresse da sentimenti di parentela e amicizia: una forma di attenzione benevola, che caratterizza le relazioni di amore, rappresenta l’irresistibile punto d’attrazione di questo guardare.
Olivia Pendergast sovverte alcune tendenze attuali del mondo dell’arte – la denuncia, l’inquietudine, lo stupore ad ogni costo –, e riporta alla luce il motivo della gentilezza, con l’acuta purezza di chi indugia sul pulsare del cuore umano. Le sue sono figure irradiate da una quotidiana beatitudine, da una grazia dimenticata, da una storia non raccontata ma che riconosciamo come familiare perché ci fa “sentire bene”, ci avvicina a un sentimento di cura materna. Questo sentimento di benessere che identifichiamo appartenere alla nostra infanzia, al mondo dell’abbraccio, riapre anche solo come un flashback, infinite possibilità di svolgimento, di speranze e ci rassicura come una carezza.
Sono ritratti che mimano un sentimento di vicinanza emotiva: la sproporzione dei corpi, esasperati nell’ampiezza dei busti, quasi a dare una solidità affettiva, un essere alberi o sassi, colonne portanti che trasmettono serenità e protezione; il tepore dei colori, vibranti come la luce del sole nell’attimo in cui svanisce; la naturalezza e la spontaneità delle pennellate che lasciano intravedere i segni sottostanti, come traccia di un racconto, riescono a cullare in maniera convincente i moti dell’anima. Sarà forse la storia che Olivia ci racconta ad accrescere la sensazione di veridicità e di sincerità da cui provengono questi ritratti, a farli diventare così potenti, o forse questo bisogno attuale di credere in qualcosa di positivo.
Fatto sta che nel mondo moderno la gentilezza ci mette a disagio più di una violenza velata, ci imbarazza più di una parola fuori posto, perché di primo acchito tendiamo a interpretarla come falsa, come un mezzo per arrivare ad altro. Ma quando la percepiamo come vera, diventa una forza potente e destabilizzante. Una volta riconosciuta, ci avvicina e ci mette in relazione a emozioni che normalmente si riservano solo ai più cari. Per riprendere quanto scritto da Winnicott, ne va della nostra salute, poiché “un segno disalute mentale è la capacità di un individuo di entrare nei pensieri, nei sentimenti, nelle speranze e nelle paure di un’altra persona; e di permettere all’altra persona di fare lo stesso con lui”.
Sandra Leone
La mostra, a cura di Daniele Garritano, è organizzata da DiffèrArt, in collaborazione con Zetaesse *digestioni critiche, patrocinata da Regione Calabria e Comune di Cosenza.
Fino al 21 di luglio
Ingresso gratuito. Orari 10.30 – 13.00 | 16.30 – 20.00
DiffèrArt – via Adua 21, Cosenza
info@differart.it | +39 3246067841 |www.differart.it