Gli eleganti spazi della RizzutoGallery ospitano Nyctografie. Scritture tra il visibile e l’invisibile a cura di Helga Marsala.
Nyctografie. Scritture tra il visibile e l’invisibile vede protagoniste le opere di Stefano Cumia, Nunzio, Turi Rapisarda che disegnano un percorso onirico, fascinoso e denso di malìa: la mostra rivela al fruitore sin da subito di essere scandita entro purissime dominanti cromatiche, affonda nella voluttà dei neri più notturni per poi aprirsi ad improvvisi bagliori equorei.
Lewis Carrol, celebre autore di Alice nel paese delle meraviglie, scrive in una lettera alla rivista “The Lady” dell’ottobre 1892 :”Chiunque abbia avuto, come spesso ho fatto io, la necessità di uscire dal letto alle due del mattino in una notte invernale, accendere una candela, e appuntarsi alcuni pensieri che avrebbe altrimenti dimenticato, converrà con me quanto scomodo possa essere…”.
La nyctografia è dunque un sistema di scrittura ideato dallo stesso Carrol al fine di annotare più agevolmente nel cuore della notte le fuggevoli ispirazioni; essa fa riferimento al nyctografo, una piccola griglia ricavata da un tassello rettangolare di legno i cui intagli servono da guida nel buio per un alfabeto astratto costituito da punti e linee. Ecco che le Nyctografie divengono preziose depositarie di moti improvvisi, di lampi creativi, di fervori saturnini, destinati al ritornare della luce a metamorfizzarsi, a mutare forma in una traslazione semiotica che pur non tradisce l’ousia della fulminea intuizione. Pittura, scultura, fotografia tessono un compositum che rivela la propria filigrana nei silenzi d’ombra, nelle suggestioni dell’oblio: il superamento dello iato tra visibile ed invisibile esprime l’investitura dell’artista quale disvelatore di mondi altri che ora trasfonde in preludi en noir ora in bagliori di luce.
Stefano Cumia, artista palermitano con base a Milano, è tra i più raffinati ed interessanti esponenti della nuova astrazione pittorica italiana. Scrive Helga Marsala: “Lungo la soglia tra ciò che la pittura rivela e ciò che nasconde, la ricerca di Stefano Cumia procede, figlia della tradizione e della sperimentazione . È il caso dei cromatismi occultati da strati e strati di bianco, procedendo per velature e sfocature, ma anche delle linee del telaio, riprese pittoricamente sulla tela a far affiorare ciò che di norma rimane sul retro”. È la pittura, per Cumia, un atto paziente ed impeccabile, di cui egli pare auscultare le più intrinseche leggi. Nelle sue opere la ricusazione del dato reale sussume in architetture silenti ove si attua un puro bilanciamento di forma e composizione : ciò nondimeno gli intenti analitici si riscaldano nelle ineluttabili e slittanti implicazioni del fare poietico sortendo esiti inconfondibili.
Nyctografie procede con Nunzio, una delle voci più autorevoli della scultura nazionale ed internazionale. Sono, quelle dell’artista di Cagnano Amiterno, forme nate dalla mano di un anacoreta, apparizioni transfughe da questo mondo. Se, come sosteneva Arturo Martini, l’arte non è interpretazione ma trasformazione, Nunzio diviene fautore di un’audace metempsicosi ove gli alti motivi ispiratori traslitterano in una cosmologia di visioni arcane e potenti. Sin dagli anni ’80, Nunzio saggia -sempre con incontrastata versatilità e con fare sapiente – il più ampio diapason delle esperienze materiche. Gesso, legno soggetto a combustione, piombo lavorato sono protagonisti di un discorso sopra la scultura dove “l’oggetto plastico porta con sé la memoria dei materiali, dei luoghi d’origine, del primo sguardo e del prossimo, del non finito e dell’irrisolto, di ciò che era, che poteva essere e che è diventato. E così continua a cambiare in rapporto all’angolazione, alla posizione, alla stessa trama scultorea, la quale, tra fori, pieghe, fessure, aperture, concavità e convessità, sovrapposizioni e bruciature, inaugura una percezione fatta di inquietudine” (Marsala).
L’iter della mostra termina con Turi Rapisarda. Rapisarda, catanese di nascita e torinese di adozione, scardina i dogmi del ritratto fotografico, deflagra la separazione tra pubblico e privato e ci restituisce un’opera eterodossa, feroce ed icastica i cui universi vengono bloccati nei valori dei bianchi e neri tesissimi. Nella serie dal titolo Unt Hitler un’umanità , eroica e corruttibile al contempo, pare non trovare salvezza dalla dannazione di una luce irradiante, spietata e disvelatrice inscenando un dramma in cui è protagonista una tellurica sintassi di lumi e di ombre: “Ma se la fotografia è “scrittura di luce”, tra la superficie opaca e la camera oscura, la dimensione luminosa si riscatta proprio nella sua possibilità di generare visione, non rinunciando al suo doppio rovesciato: l’oscurità. E’ quando siamo dentro al buio, impegnati a mettere a fuoco l’invisibile, che “l’esistenza spettatrice si condensa negli occhi”, per dirla con Bataille: “ciò che si trova allora nell’oscurità profonda è un desiderio implacabile di vedere quando, dinanzi a tale desiderio, tutto si sottrae” (Marsala).
Nyctografie. Scritture tra il visibile e l’invisibile si arricchisce di un catalogo con testo di Helga Marsala che verrà presentato in occasione del finissage.
RizzutoGallery
Via Maletto, 5, 90133 Palermo PA
Fino al 18 Novembre 2017