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Ninfea, l’isola cinetica di Simone Lingua

Bagno Vignoni, storico borgo termale della Val d’Orcia, ospita fino al 24 giugno 2018, Ninfea, installazione site specific creata in esclusiva dall’artista Simone Lingua, nome emergente dell’arte cinetica e optical, per la vasca della Piazza delle sorgenti. Il progetto, curato da Tiziana Tommei, presenta collateralmente una mostra diffusa, estesa al territorio attraverso un percorso che coinvolge una triade di strutture ricettive. Un’iniziativa voluta e promossa dal Comune di San Quirico d’Orcia, in collaborazione con la Proloco di Bagno Vignoni e supportata dal contributo di Centro Medico Bartoleschi. Un progetto speciale, che si è avvalso inoltre del supporto tecnico delle strutture ricettive, sedi della esposizione diffusa sul territorio, Adler Thermae, Albergo Le Terme, Albergo Posta Marcucci, nonché di Librorcia, quale info point del percorso.

Di Ninfea, installazione artistica firmata Simone Lingua, fulcro di questo progetto diffuso in corso a Bagno Vignoni, ne abbiamo parlato con la curatrice Tiziana Tommei e con lo stesso Simone Lingua, artefice e ideatore di questa affascinate ‘isola’ cinetica che emerge dalle acque.

Abbiamo chiesto alla curatrice Tommei di introdurre e presentare nello specifico il lavoro dell’artista e, all’artista Lingua, di ripercorrere e condividere in breve il processo di creazione dell’Opera.

Tiziana Tommei: Ninfea ha rappresentato per Simone Lingua una sfida. Stimolante, ingegnosa, complicata e appagante ne è stata la realizzazione, in tutte le fasi, dalla gestazione fino alla posa in opera, di quella che l’artista stesso ha definito “la mia creatura”. La ragione di una siffatta premessa affonda le radici tanto nel percorso di Lingua, quanto nella storia del contesto, quindi nella vasca della Piazza delle Sorgenti di Bagno Vignoni. Per la prima volta egli ha traslato concetti esperiti e approfonditi negli anni sulla cinetica, e quindi sulla la percezione, nell’ideazione e creazione di un’installazione site specific. Quello che non si coglie in via immediata è la materia di cui è costituita l’opera: 49 (secondo il progetto originario erano 50) dischi in plexiglass cromati e verniciati, fissati su pali di acciaio. Se il fattore spazio è dichiaratamente fondante, è quello temporale a restare – uso un termine esatto – sommerso: chiaramente non mi riferisco al tempo del fruitore, ossia quello da questi impiegato per scoprire Ninfea e metterla virtualmente in moto, ma a quello dell’opera nella sua contingenza fisica. Se la parte a vista, in plexiglass, resta in massima parte intonsa, l’altra, per azione dell’acqua e dei sali in essa disciolti, è destinata ad un lento deperimento senza appello. Sebbene auspichiamo una nuova collocazione in seguito al 24 giugno, mediante il reperimento di supporti ex novo, resterà comunque – ed è questo il valore aggiunto di questo intervento – questa una creazione pensata e posta in essere per quel luogo e per quel momento. L’acqua è un elemento sempre magico: è veicolo e scrigno di memoria, e Bagno Vignoni in questo senso costituisce una prova concreta di taluni principi, etici, religiosi e filosofici.

Simone Lingua: Nel corso della mia visita a Bagno Vignoni sono rimasto fortemente colpito, quasi abbagliato, dalla bellezza e dalla maestosità della Vasca di Santa Caterina; il giorno del primo sopralluogo il vascone, e dunque la piazza, erano avvolti da un fumo denso e palpabile, che generava una dimensione in bilico tra sogno e realtà. Sono rientrato a casa con un bagaglio di suggestioni, che da subito si sono tradotte in idee, schizzi e riflessioni. Ho immaginato una città sommersa, che riaffiorava in superficie per volere del caso e per un tempo, aimè, limitato. Segnali stradali, semafori, lampioni, alberi, ogni elemento come componente di un mondo parallelo e sotterraneo improvvisamente e temporaneamente nuovamente visibile. Da questo scenario quasi filmico, sicuramente scenografico e suggestivo, sono passato all’astrazione totale, riproponendo un concetto applicato nelle mie opere, quadri di 30×30 cm di formato, composti da lame d’acciaio cromate e verniciate. A tutto questo è seguita la progettazione ingegneristica e scientifica degli elementi, delle loro dimensioni, dell’inclinazione e della disposizione nella vasca. Si è trattato di un’impresa complessa e anche rischiosa, ma che una volta terminata si è rivelata perfettamente rispondente, se non addirittura superiore con il suo effetto finale rispetto al progetto su carta. Quello che a me interessa maggiormente, ciò che mi affascina, è la reazione del riguardante. Già nel corso del montaggio dell’opera, da parte dei passanti, notavo attrazione, curiosità e la percezione del cinetismo. Muovendosi attorno alla vasca si coglie infatti chiaramente la mutazione di forma, colore e aspetto, nonché il movimento dei dischi, che paiono danzare sull’acqua. Si riflettono tra loro e riflettono il contesto, così che Ninfea diviene un tutt’uno con l’ambiente che la ospita e per il quale è stata generata e creata. In questo modo, chi osserva entra a far parte dell’opera.

 

Simone Lingua
Ninfea
a cura di Tiziana Tommei

Fino al 24 giugno 2018

Bagno Vignoni, San Quirico d’Orcia – Siena
Piazza delle Sorgenti e altri luoghi – Adler Thermae, Albergo Le Terme, Albergo Posta Marcucci

Video by Luca Bazzini

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