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Nikolaj Larsen in Calabria: residenza d’artista a Pizzo Calabro e lectio all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro

Si è appena conclusa la prima fase della residenza d’artista di Nikolaj Larsen a Pizzo Calabro, che ha visto l’artista danese confrontarsi – nel mese di maggio – con la realtà calabrese per realizzare un intervento legato al territorio ed alle sue problematiche, nell’ambito del progetto di Ricerca e Sviluppo di Qwatz (un programma di residenze nato per sostenere artisti e curatori nello sviluppo delle loro ricerche durante un periodo di permanenza a Roma. Info: www.qwatz.it).

Il lavoro di Larsen si concentra da anni sul tema dell’immigrazione, con particolare riferimento ai flussi di migranti illegali. Difatti, già per la Terza Biennale di Tessalonico aveva esposto Ode to the Perished, un’opera in memoria dei tanti migranti annegati durante i viaggi fortuiti verso l’Europa, in particolar modo verso le coste greche: compongono l’intervento dodici forme antropomorfe che, attraverso grovigli di tessuti poco pregiati, evocano le sagome dei profughi deceduti in mare. Rimaste immerse nel Mar Egeo per circa due mesi, le dodici sculture avevano sviluppato sulla loro superficie molluschi ed altri organismi marini.

Operazione di simile natura viene proposta nel vibonese: cinquanta sculture in concrete canvas, tessuto imbevuto di polvere di gesso che acquista nuova consistenza dopo il contatto con l’acqua, resteranno immerse nel porto di Pizzo Calabro per circa quattro mesi, legate ad una zattera dalla quale sono state calate in mare negli scorsi giorni. Proprio in questa fase, il lavoro acquista identità specifica, giacché – secondo quanto afferma Larsen durante una lectio nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro (in foto), in cui è stato anche presentato il progetto – la permanenza nelle acque locali significa apporre su quelle sagome “la firma” del luogo. Una sorta di rivendicazione di appartenenza che si legittima nella formazione di un tessuto organico che riveste le sculture.

L’intervento, che si concluderà a fine settembre, con il recupero del “lavoro sommerso”, è stato documentato fin dalle sue prime fasi progettuali per realizzare un opera-video che sarà ultimata entro fine anno.

 

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