I disastri ambientali, come la più recente tragedia di Fukushima, hanno segnato profondamente lo scenario attuale, rilanciando la Green Economy e inducendo la necessità di una riflessione etica sul rapporto tra uomo e ambiente. Sembra inevitabile prender coscienza dell’identità del mondo naturale, elemento “costitutivo” per l’uomo, per pervenire alla consapevolezza che il loro allontanamento provoca perdite irrimediabili. In virtù di questa inerenza, poiché il rapporto con il mondo è parte dell’ontogenesi che costituisce il singolo individuo, la Natura deve esser restituita agli esseri che la abitano e viceversa l’uomo deve esser reintegrato nel contesto naturale. In quanto prodotto umano, la Tecnologia si inserisce in questo sistema di interrelazione, rendendo possibile l’allargamento della “visione del mondo”. Nell’epoca della globalizzazione e informatizzazione, la realtà spaziale è soggetta ad un radicale mutamento. Il pericolo di questo nuovo universo espressivo è la possibilità di esser sopraffatti dalla hybris tecnologica, dando vita all’idea di reciproca estraneità di uomo e mondo. Tale idea determina la falsa credenza di poter usufruire liberamente della Natura, manipolandola, distruggendola o peggio ancora umanizzandola. Da questo pericolo di rendere il mondo un “guscio vuoto”, mero campo di scontro di politiche veementemente invasive e distruttive, si è affermata la necessità morale, come giovanissima frontiera dell’Etica del riconoscimento del Non-umano, di cura di un mondo che ci “appartiene” in termini di rispetto e tutela. L’arte – così come la teknè – nel suo status di creazione positiva, che si può avvalere anche delle interazioni virtuali dei moderni linguaggi, contribuisce all’attuazione di questo recupero attraverso le sue elevate valenze spirituali e sociali, annullando l’apparente equivalenza di meccanico e tecnologico, eludendo il pericolo – insito nella società globalizzata – di un’accettazione passiva di contenuti e forme e al contempo risvegliando le coscienze. Il connubio di Etica ed Estetica dà forma ad un rinnovato spazio da abitare. Destinatario di questo nuovo habitat è l’uomo, zoon politikon che opera la conciliazione tra prodotto umano e prodotto naturale. Sembra esser questa la nuova missione della Spiritualità nell’Arte, che ripristina quella com-partecipazione magico-rituale tra Uomo e Mondo, tra Tecnologia e Natura.
È questa la valenza autentica della rassegna NATURA E TECNOLOGIA, a cura di Simona Caramia. Gli artisti invitati si confrontano con un tema caldo della storia degli ultimi decenni; le opere in mostra dialogano con gli spazi naturali e gli ambienti artificiali del porto e del borgo di Maratea, in continua proiezione verso il fruitore e la declinazione di un messaggio di speranza per il futuro. Non pretendendo di dare risposte definitive e ultime, l’arte offre visioni personali, concretizzate in sculture, istallazioni, fotografie, pittura o video. La mostra è divisa in due sezioni: Arte tra Natura e Mito (Caterina Arcuri, Stefano Cagol, Lucilla Catania, Giulio De Mitri, Teo De Palma, Gianni Dessì, Pietro Fortuna, Piero Gilardi, Robert Gligorov, Iginio Iurilli, H. H. Lim, Luigi Ontani, Antonio Paradiso, Stefania Ricci, Massimo Ruiu, Francesca Tulli, Antonio Violetta) e Arte e Virtualità Elettroniche (Karin Andersen, Alessandra Andrini, Giulio De Mitri, Armando Fanelli, Patrizia Giambi, Selene Lazzarini, Concetta Modica, Marco Morandi, Roberta Piccioni, Marco Rambaldi, Anna Rossi, Diego Zuelli).
La rassegna sarà inaugurata il 22 luglio a Maratea; durante la vernice sarà presentato il catalogo della mostra, edito da Sala Editori.