“Una vera esploratrice dello spazio, il cui compito è quello di seguire la luce e i suoi segreti.” : è così che Andrea Dall’Asta SJ, curatore della mostra che ha inaugurato il 29 gennaio presso la Galleria San Fedele a Milano descrive Nanda Vigo. Una “sapienza della luce” palpabile soprattutto nei materiali delle opere in mostra: dal vetro e alluminio dei “Cronotopo” degli anni 60 al cristallo nero e neon rosso di “Genesis Light”, opera del 2006.
Da sempre convinta della validità del discorso di “Integrazione delle arti” (architettura, design, arte), dalla fine degli anni 50 all’inizio dei 60 ha “eletto” come interlocutori alcune precise personalità milanesi ed europee. Gli artisti presenti in mostra sono tanti e vanno da Lucio Fontana a Piero Manzoni, passando per Christian Megert, Hsiao Chin, Jan Fabre, Christo, Vincenzo Agnetti, Otto Piene e Arturo Vermi, solo per citarne alcuni.
A dialogare con Nanda Vigo negli spazi del San Fedele, per quantità di opere e documenti, è soprattutto Piero Manzoni, con alcuni documenti originali provenienti dagli archivi Nanda Vigo e da quelli del San Fedele, o opere come alcuni “Achrome” e una “barba” del 1961-62.
La mostra è anche un racconto di un’epoca in cui, per dirlo con le parole di Nanda Vigo, presente all’inaugurazione, “non c’era un progetto di comunicazione, i media non esistevano. La comunicazione era in diretta. Era il periodo in cui nei bar nascevano, a Parigi come ad Amsterdam, una specie di tazebao dove ci si scambiava informazioni sulle mostre.” E lei girava l’Europa con la sua Austin raccogliendo opere, le stesse che oggi sono in casa sua e in parte in mostra a Milano fino al 28 febbraio 2015. Dunque una mostra, come ha affermato Marco Meneguzzo, che ne ha curato i testi storico critici, “costruita da Nanda, con cose di Nanda, in una disposizione affettuosa delle cose”.
via U. Hoepli 3/a-b, Milano
dal martedì al sabato dalle ore 16.00 alle ore 19.00 (al mattino su richiesta, chiuso festivi)