E’ in corso, fino al 6 Novembre, The Black Eye, seconda personale di Michal Chelbin all’Andrea Meislin Gallery di New York. La nuova serie di lavori presentata, prosegue l’esplorazione del mondo degli atleti e performer russi e ucraini, cominciata dalla Chelbin con la serie Strangely Familiar nel 2008. Una novità è la presenza di un lavoro nato dalla collaborazione con lo scrittore e filmaker Etgar Keret. L’artista israeliana sviscera un mondo, quello della prestazione atletica, sempre in bilico, in contrasto. Nelle sue opere troviamo giovinezza e maturità, forza e debolezza, tenerezza e rigidità, stranezza e ordinarietà, splendore e rudezza. Ciò che la colpisce sono in particolar modo i conflitti interiori di questi atleti esausti, colti nell’attimo in cui hanno recuperato il fiato, ma non del tutto la lucidità, così da avere abbassato la maschera ed essersi “arresi” alla macchina fotografica.