Prima impressione a caldo di Miart 2018: la seconda edizione curata da Alessandro Rabottini è una fiera fresca e dinamica con un buon ricambio di gallerie e di artisti anche in ambito internazionale. In una parola sola, elegante. Le sezioni sono ben distinte e riconoscibili, dai giovani ai grandi classici fino al design perfettamente integrato con i diversi linguaggi artistici.
Spicca su tutti nella sezione Contemporary la Gladstone Gallery (New York – Bruxelles) con il dialogo tra le fotografie di Mapplethorpe e le sculture in bilico di Rondinone. Splendida la scultura di Rosa Barba da Vistamare (Pescara – Milano). Alla Deweer Gallery (Belgio) ammiriamo un Tony Cragg insolito per la fiera milanese. Nella sezione Masters Eidos Immagini Contemporanee (Asti) propone un interessante dialogo tra Arnulf Rainer e Bruno Di Bello mentre la galleria Il Ponte (Firenze) allestisce un omaggio a Mauro Staccioli.
Si consolida sempre più la sezione Object che anticipa il Fuori Salone della settimana prossima. È sempre un piacere incontrare le polaroid di Carlo Mollino alla galleria Rossella Colombari di Milano.
In Decades è possibile ammirare, come un viaggio nel tempo, gli artisti che hanno segnato i decenni del ‘900.
Emergent forse è la sezione più debole di tutta la fiera, nonostante la vasta proposta internazionale. Spicca comunque l’artista proposta dalla Galleriapiù di Bologna Ann Hirsch con un divertentissimo video con spezzoni di porno di diversa provenienza e qualità. Lo spettatore, nelle cuffie, ascolta Because the Night dalla voce di Springsteen.
E infine un esperimento espositivo nella sezione Generations: ogni stand due gallerie con un artista a testa a confronto. Interessante e dinamico il dialogo tra Claudio Parmiggiani e Cornelia Parker proposti da Bortolami (New York) e Art Bärtschi & Cie (Ginevra).
Insomma, ci sono ancora sabato (dalle 12 alle 20) e domenica (dalle 11 alle 19) per visitare Miart 2018 e conoscere lo stato dell’arte contemporanea e magari fare qualche buon affare.