Negli spazi della Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, la GABA.MC, ha inaugurato lo scorso 21 giugno la mostra collettiva “Men, only men, simply men”, operazione che si collega fortemente a quella allestita negli stessi spazi esattamente un anno fa con il titolo di “Women”. Nelle intenzioni del curatore di entrambe le mostre, Antonello Tolve, c’è la travalicazione degli stereotipi di genere e uno sguardo attento ad evidenziare la vitalità dell’arte italiana in un mondo curatoriale sempre più imprigionato nell’ottusa esterofilia.
L’esposizione, composta da 51 opere di 51 artisti italiani differenti, in cui non è presente un nucleo ideologico ben definito o un tema a cui far capo, nella loro totalità rappresentano un dialogo transgenerazionale libero da etichette e da mode. Dalle parole del curatore: “una carrellata sull’arte italiana – una delle tante possibili – che mostra effervescenza, professionalità, vivacità, creatività”.
Appena entrati nella galleria ci si trova immersi in un ricettacolo di riflessioni. A dominare la prima sala troviamo Linea retta finita di Giuseppe Stampone cui sembrano gravitare attorno opere squisitamente eterogenee di artisti quali Antonio Passa, Flavio Favelli, Pierpaolo Lista, Domenico Antonio Mancini, per citarne solo alcuni. L’assetto della prima sala è coerente con l’ultima in un rimando ciclico tra inizio e fine, in una sospensione temporale che pervade tutto l’allestimento. Nel secondo caso in maniera ancora più rigorosa, con Altrove di Giovanni Gaggia, uno spazio occupato ma libero, percepibile solo dopo essere entrati nella sala costellata, lungo il suo perimetro, da dieci opere, tra esse quelle di Giovanni Scagnoli, Alessandro Sarra e Andrea Chiesi.
Per tutto l’affollato allestimento si è portati ad indossare le vesti dell’esploratore in una “giungla” di evocazioni contemporanee e quelle di naufrago in un “mare” di contemporanei turbamenti, a volte razionalissimi, a volte ironici o fortemente riflessivi. Tra biotecnologie, plexiglass, scarti edili, cera d’api, tessuti, smalti, ceneri, i cristalli lavorati a laser di Maurizio Mochetti, la Pietra filosofale di Vettor Pisani e il componimento di Nanni Balestrini prelevato da Blackout, valore aggiunto della mostra, il visitatore si rispecchia nell’umanità, esplora parte di sé sulle superfici dei muri, sui piedistalli, negli schermi delle due opere video e sul pavimento, sentendosi quasi compreso. 51 opere che ci parlano di 51 sensibilità differenti che si intrecciano tra loro e instaurano relazioni come nella contrapposizione universale tra la serie di acrilici di Enrico Pulsoni e Sine Sole Sileo, scultura in ferro e marmo di Antonio De Marini: cielo e terra, colore e monocromo, organico e razionale.
In conclusione “Men, only men, simply men”, mostra uno spaccato sulla condizione umana che mette in crisi l’ipocrisia dell’etichetta “di genere” regalandoci un’esperienza lenta, multiforme e affascinante.
Men, only men, simply men
Fino al 19 settembre 2019
GABA.MC – Piazza Vittorio Veneto 7 (MC)