Dipinti che nascono da immagini e foto trovate per caso, i soggetti della giovane artista israeliana Maya Bloch sono astratti dal loro contesto originario, ma non nel senso letterale del termine. Nel trasferirli sulla tela, li espone a una sorta di processo “fantasmatico” in cui tutte le informazioni identificabili svaniscono, per cui nell’osservarli, essi stessi ci svelano la reale distanza che ci separa.
L’opera di Maya Bloch sarà protagonista, dal 4 Giugno al 18 Luglio, al Thierry Goldberg Projects di New York con la mostra Waiting Room, prima personale newyorkese per l’artista. Saranno presentati sette nuovi dipinti che esaminano i temi dell’estraniamento e della memoria attraverso la “figurazione astratta”; figure passive congelate in uno stato intermedio, lo stato appunto dell’attesa.