Fra le proposte più interessanti della quarta edizione di WopArt- Work on Paper Fair di Lugano si distingue “Sogni di carta”, originale titolo della proposta espositiva dell’artista Max Marra, presentato dalla ARC Gallery di Monza. Le opere selezionate, tra le più significative della sua recente produzione su carta, sono altrettante mutevoli estensioni su cui prende forma un pensiero pittorico sperimentale; sono volumetrie, rilievi del tessuto formale ricoperti di carta, assimilabili alle opere della serie “pance”, in cui però appare attutito, quasi sublimato, il pesante incombere della materia, la sua carica tragica.
Le sue mani di amorevole demiurgo ne hanno costruito la struttura per passaggi successivi modulando carte da pacco sulla tela di iuta; carte di diversa consistenza e colore, che esse hanno disposto in perfetto equilibrio compositivo sul supporto, in una continua filiazione di valori figurali e cromatici che smorzano il grumo impuro della realtà esistenziale. Con fare lieve, quasi di tenera carezza, le mani dell’artista, mobili appendici del suo estro creativo, hanno assecondato il dispiegarsi delle carte tra dislivelli e increspature cutanee, accompagnando la loro cedevole corporeità tra sporgenze e rientranze, sovrapponendo le une alle altre con movimenti leggeri e decisi, creando geometrie di spessori.
Egli, da sensibile medicante, si è preso cura di incisioni e strappi nella pelle dell’opera, realizzando raffinati interventi pittorici che simulano imprevedibili suture,quasi elementi decorativi senza più il dramma della ferita. Da aperture tra le carte, in alcuni casi, affiorano suture vere, cuciture del supporto in tela chediventano simboliche di concetti, foriere di racconti erratici, feconde di improvvise fluttuazioni in dimensioni di surrealtà. Sono aperture rivelatrici da cui emergonosegni che declinano pensieri fragili, emozioni, sogni, ma anche residui di stesure materiche, di stratificazioni cui ricondurre l’aggetto delle forme. La straordinaria levità delle sue pance accoglie linee, punteggiature di confine, segni grafici ad inchiostro,campiture di colore che coesistono nella configurazione formale, che dialogano rapportandosi in armoniche partiture. Ogni opera è spartito per notazione di pieni e di vuoti, è lavagna per incogniti ideogrammi che raccontano di misteriosi mondi interiori, di verità ripiegate nel sogno, di variazioni strutturali essenziali e libere, di accadimenti segnici che diventano scrittura, traccia, ombra che indugia a dilatarsi, in bilico sulla soglia della coscienza. Pennellate, tenui e sinuose, attraversano il corpo dell’opera, definiscono spazi e vie per ulteriori interventi creativi, per innumerevoli nuovi grovigli animati da spinte immaginifiche, per piccole e grandi superfici sospese tra visione e memoria, per gesti tentati da nostalgia a margine del concetto, incerti della direzione ma non della necessità di un destino che affondi fin nelle profondità dell’anima. Per ogni delicata volumetria il gesto si anima in salita e si distende in una morbida discesa, superando le asperità e segnando un prezioso quanto impalpabile sentiero di luce, un viaggio non oppresso dalla temporalità delle cose, dalla loro ansiosa fisicità di materia, poiché è lo stesso viaggio che ha generato l’emozione creativa, è il viaggio dell’uomo, dell’artista che sogna e sognando attraversa gli incantamenti del suo stesso fiorire, del suo aprirsi a scintille di infinito disperse in cieli di carta.
MAX MARRA Tra gli artisti contemporanei più interessanti, offre all’analisi una corposa attività di sperimentazione ormai lunga e consolidata. Ha realizzato più di quaranta personali. Ha partecipato a rassegne nazionali ed internazionali, esposto in gallerie private, istituzioni pubbliche e importanti fiere.Tra le mostre personali e collettive si ricordano: Cieli di terra, a cura di T. Coltellaro, Museo Archeologico, Lamezia Terme e Museo Civico d’Arte Contemporanea, Taverna, 2002; 57° Premio Michetti Laboratorio Italia, a cura di Philippe Daverio, Francavilla a Mare, 2006; Repubblica e costituzione: rassegna d’arte per i sessant’anni della costituzione italiana a cura di M. Domenicucci, F. Papale e C. Mosillo, Archivio Centrale dello Stato, Roma, 2008; Max Marra: Opere 1984 – 2009, Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, 2009/10; Time passages, a cura di Omar Calabrese, Magazzini del Sale, Siena, 2011; Luoghi e realtà di ricerca tra identità e mutamento, a cura di T. Coltellaro, Collegio Sant’Adriano, San Demetrio Corone, 2011; Limen Arte vince il primo premio, Vibo Valentia, 2011; 54a Biennale di Venezia, Padiglione Italia per il 150° dell’Unità d’Italia “L’arte non è cosa nostra”, a cura di Vittorio Sgarbi, Sala del Re – Galleria Vittorio Emanuele II, Milano e Palazzo delle Esposizioni – Sala Nervi, Torino, 2011/12; Max Marra. Orizzonte senza approdo, a cura di C. Rizzi, Museo Parisi Valle, Maccagno, 2012; Cieli di cosmos, Sofia Arsenal, Museum for Contemporary Art, 2013; Equilibri materici, a cura di G. Bonomi, Centro per l’Arte Contemporanea, Rocca di Umbertide, 2015; E fu il terremoto, a cura di Vittorio Erlindo, Refettorio del Monastero di San Benedetto Po, Mantova, Monastero di Weingarten (Germania) 2018; IXION, MAC Lissone, a cura di A. Zanchetta; L’opera in bianco, a cura di S. Cortina, Galleria Cortina, Milano, 2018; Dal Rembrandt by himself all’io ritratto, a cura di G. Lepore, Accademia Nazionale delle Belle Arti di Sofia, Bulgaria 2018; Contributi al Novecento, Da Boccioni a Rotella ai contemporanei, Fondazione Stelline, Milano, a cura di B. Corà e T. Sicoli; Di studio in studio, Casa Museo Boschi Di Stefano, Milano, a cura S. Soddu, Comune di Milano e Politecnico di Milano 2019; Omaggio a Franca Rame, MusAlab Archivio Franca Rame e Dario Fò, Archivio di Stato, Verona, a cura J. Viganò 2019; Noi e gli altri, MAC di Lissone, a cura di V. Raschetti 2019. È presente con opere polimateriche e disegni in collezioni internazionali ed istituzioni museali.